In un nuovo studio pubblicato su Science Advances un gruppo di ricerca ipotizza che l’esplosione della biodiversità e delle specie animali verificatasi durante l’Ordoviciano, circa 466 milioni di anni fa, potrebbe essere stata causata da un evento partito dalla fascia degli asteroidi, evento che avrebbe portato a reazioni a catena.
Grande collisione nella fascia degli asteroidi
Secondo quanto spiegano gli stessi autori dello studio su The Conversation, proprio in quell’epoca si sarebbe verificata una delle più grandi “rotture” conosciute della fascia degli asteroidi negli ultimi 2 miliardi di anni.
Questo evento fu innescato probabilmente dalla fortuita collisione di due giganteschi asteroidi presenti nella fascia.
Questo evento portò allo spostamento orbitale di molti asteroidi tanto che si calcola che solo questo evento ha portato ad un terzo di tutti gli impatti di asteroidi e meteoriti sulla Terra nel corso della sua storia.
Frammenti e polveri verso la Terra
Si diffusero enormi quantità di polvere micrometeoritica verso l’esterno e dunque anche verso la Terra.
Questa polvere si depositò nella stratosfera e, secondo i ricercatori, impedì alla luce solare di raggiungere la Terra. Conseguenzialmente ci fu un calo significativo delle temperature.
Fu proprio questo calo delle temperature a portare all’enorme diversità tra gli invertebrati che provarono ad adattarsi al nuovo clima.
“Meteoriti fossili”
Gli scienziati sono giunti a queste conclusioni studiando vari sedimenti stratigrafici in Svezia e in Russia.
In questi sedimenti hanno trovato quelli che definiscono come “meteoriti fossili”, ossia frammenti di meteoriti caduti sulla Terra che sono rimasti conservati come si conservano i fossili degli animali e delle piante.
Analizzando questi resti ricercatori hanno scoperto che la maggior parte dei “fossili” ritrovati avevano la stessa composizione e dunque dovevano appartenere ad uno stesso asteroide spezzettatosi in milioni di frammenti, molto probabilmente quello dell’evento di “rottura” avvenuto nella cintura degli asteroidi.
I frammenti più minimali, sostanzialmente le polveri, si fermarono nell’atmosfera bloccando parte della luce del Sole.
La presenza di questi frammenti mostra, come scrive Birger Schmitz, professore di fisica nucleare Lund University ed uno degli autori dello studio, che enormi quantità di polveri e frammenti in questo periodo hanno raggiunto la Terra e ciò si sarebbe verificato proprio poco dopo l’evento di “rottura”.