Funghi aiutano piante a crescere e potrebbero sostituire fertilizzanti in futuro

Spore di funghi che germogliano nel terreno (credito: Università di Leeds)

I funghi potrebbero essere un forte alleato per migliorare le colture e per far assorbire alle piante i nutrienti chiave secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Leeds che hanno in particolare analizzato il rapporto tra le piante di cereali e i funghi del suolo.
Secondo i ricercatori si potrebbe far ricorso ad un minor quantitativo di fertilizzanti utilizzando i funghi del suolo anche in vista dei cambiamenti climatici che stanno occorrendo a livello globale considerando che i fertilizzanti stessi sono una delle principali cause di emissioni globali di carbonio.

I ricercatori hanno studiato il rapporto tra i funghi e le piante in laboratorio ed hanno notato che alcuni funghi noti come micorrize arbuscolari entrano in forte connessione con le radici delle piante di cereali per fornire a queste ultime quantità significative di azoto e fosforo. In cambio le piante forniscono loro carboidrati in un rapporto noto come simbiosi.
Nello studio, pubblicato su Global Change Biology, si parla dei funghi come una “nuovo prezioso strumento per contribuire a garantire la sicurezza alimentare futura di fronte al clima e alle crisi ecologiche”, come spiega Katie Field, ricercatrice dell’Università inglese e del Global Food and Environment Institute.

I ricercatori notavano, nel corso delle osservazioni che hanno effettuato, che le piante possono arrivare a fornire fino al 20% del carbonio che assorbono dall’aria ai funghi per avere in cambio fino all’80% dell’apporto di fosforo di cui hanno bisogno. Questi funghi, di fatto, contribuiscono ad aumentare la crescita delle piante.
Secondo i ricercatori è possibile sviluppare nuove varietà di piante che risultino meno dipendenti dai fertilizzanti dato che nel corso degli ultimi 10.000 anni queste piante, in particolare quelle di cereali, sono state perlopiù coltivate attraverso colture intensive che hanno impedito alle stesse varietà di continuare ad avere connessioni così strette con i funghi del terreno.

“Stiamo iniziando a renderci conto che alcune delle colture che abbiamo addomesticato mancano di queste importanti connessioni con i funghi nel terreno. I nostri risultati suggeriscono che esiste un potenziale reale per allevare nuove varietà di colture che riguadagnino questa relazione persa con funghi benefici e migliorino la sostenibilità dei futuri sistemi di produzione alimentare”, spiega Tom Thirkell, altro autore dello studio.

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