
Una particolare specie di spore fungine può essere utilizzata in congiunzione al classico cemento o calcestruzzo per risolvere il grave problema delle crepe che caratterizza soprattutto gli edifici più vecchi e fatiscenti. Questi funghi, inizialmente dormienti, si svegliano alla bisogna e vanno a tappare letteralmente le crepe con un processo di miscelazione.
La ricerca è stata portata avanti da un gruppo di scienziati della Binghamton University, New York, e potrebbe contribuire a salvare, con costi pressoché minimi, molte infrastrutture fatiscenti.
Senza trattamenti adeguati, infatti, le crepe nel cemento si ingrandiscono sempre di più e, espandendosi, vanno ad esporre le strutture interne in acciaio che a loro volta possono poi essere molto più facilmente attaccate dall’acqua e dall’ossigeno.
Gli scienziati hanno quindi cercato un modo per “guarire” il calcestruzzo e hanno trovato una soluzione davvero insolita. Un fungo della specie Trichoderma reesei può essere mescolato nel cemento dove poi giace dormiente senza innescare alcun processo di crescita. Questo fino a quando non appare la prima crepa: con la minima formazione di spazio, cominciano a fare capolino acqua e ossigeno.
Questi elementi provocheranno il risveglio delle spore dormienti che cominceranno a crescere producendo carbonato di calcio. Quest’ultimo va poi a tappare letteralmente le crepe.
Naturalmente quando le crepe saranno tappate del tutto, acqua e ossigeno smetteranno di entrare nella muratura e gli stessi funghi smetteranno di crescere rientrando dunque in “letargo”. Il percorso verso il cemento autoguarente è appena iniziato.
Fonti e approfondimenti
- Using fungi to fix bridges – Binghamton News (IA)
- Interactions of fungi with concrete: Significant importance for bio-based self-healing concrete – ScienceDirect (IA)
- DOI: 10.1016/j.conbuildmat.2017.12.233
- Autori ricerca: Jing Luo, Xiaobo Chen, Jada Crump, Hui Zhou, David G.Davies, Guangwen Zhou, Ning Zhang, Congrui Jin
- Trichoderma reesei – Wikipedia (IA)