Galassie con due buchi neri supermassicci al centro esistono? Ricerche continuano

Rappresentazione artistica di due buchi neri supermassicci al centro di una galassia (credito: Agenzia Spaziale Europea)

Un passo avanti in quel percorso che potrebbe portare alla scoperta di galassie con due buchi neri supermassicci al centro è stato fatto da uno scienziato della Clemson University, Pablo Peñil, che ha pubblicato uno studio sull’Astrophysical Journal.
Il ricercatore ha analizzato le emissioni periodiche sotto forma di raggi gamma provenienti da 11 galassie attive, ossia da galassie che hanno al proprio centro il cosiddetto “nucleo galattico attivo”, una regione che vanta una luminosità e in genere un’emissione di energia molto più alta delle regioni circostanti, molto spesso causata da un buco nero supermassiccio che fa ruotare materiali e gas, con parte di questi ultimi che schizza via ad altissima velocità sotto forma di getti velocissimi.

Al momento le galassie con due buchi neri supermassicci al centro sono solo teoriche differentemente da quelle con un buco nero supermassiccio che rappresentano ormai la norma.
È molto difficile individuare la presenza di due buchi neri supermassicci in quest’area così caotica dove, con veri e propri dischi di materiali e gas che ruotano vorticosamente e con forti emissioni di raggi gamma, la forma più estrema di luce, i nuclei galattici attivi la fanno da padroni con brusche e imprevedibili variazioni di luminosità. Identificare schemi regolari in queste regioni risulta dunque molto difficile.

Peñil, insieme all’aiuto del suo team, sta analizzando il comportamento periodico che alcuni di questi nuclei galattici attivi sembrano portare avanti sotto forma di emissioni periodiche di raggi gamma.
“Il prossimo passo sarà la preparazione di campagne osservative con altri telescopi per seguire da vicino su queste galassie e, auspicabilmente, svelare le ragioni dietro queste osservazioni interessanti”, spiega Marco Ajello, professore di fisica e astronomia alla Clemson e altro autore dello studio.

Una delle ipotesi, infatti, è che dietro questa periodicità potrebbe esserci una coppia di buchi neri supermassicci che ruotano l’uno intorno all’altro.
Questo studio, che rappresenta la ricerca più approfondita e completa riguardante la periodicità sotto forma di raggi gamma di nuclei galattici attivi, potrebbe dunque rappresentare un passo avanti importante verso la scoperta di galassie con due buchi neri supermassicci al centro e in generale per comprendere i processi fisici degli stessi nuclei galattici attivi.
I ricercatori dovranno però aspettare che altri telescopi, tra cui il telescopio spaziale Fermi Gamma-ray, raccolgano più dati relativi a queste 11 galassie.

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