Gambe intelligenti con sensori per monitorare i passi per gli amputati

Crediti immagine: Joseph Xu/Senior Multimedia Content Producer, University of Michigan - College of Engineering

Attualmente le protesi per le persone con arti inferiori amputati risultano abbastanza avanzate e possono aiutare tantissimo nella mobilità e nei tentativi di mantenere una vita più attiva. Tuttavia queste protesi possono a volte portare a vari problemi tra cui infezioni cutanee. Proprio nel tentativo di trovare una soluzione, una nuova ricerca scientifica, portata avanti dall’Office of Naval Research (ONR) americano, in collaborazione con il Walter Reed National Military Medical Center, il Naval Research Laboratory e altri distretti universitari, si è concentrata sullo sviluppo di una gamba intelligente, dotata di vari sensori che possono, tra le altre cose, monitorare la passeggiata e possono avvertire l’utente di eventuali rischi potenziali di infezioni oltre a dolori e piaghe varie a causa della pressione che la protesi stessa esercita sull’arto.

Questa nuova protesi utilizza una tecnologia, denominata osseointegrazione, che, grazie ad un apparecchio in titanio impiantato a livello chirurgico nell’osso della coscia oppure del femore, fa sì che l’osso stesso possa crescere di quel poco da integrarsi con il punto di connessione dell’impianto di protesi. Si tratta di una procedura che può essere eseguita anche per le braccia.
Queste protesi osseointegrate portano il livello di dolore minore, ad una maggiore stabilità e ad un movimento più fluido.
Tuttavia restano i problemi relativi ai rischi di infezione ed è per questo che il gruppo di ricerca sta cercando di utilizzare sia approcci elettrochimici che sensoriali e tecnologie “intelligenti”.

La nuova gamba, denominata Monitoring OsseoIntegrated Prostheses o MOIP, fa parte di una nuova classe di protesi intelligenti che potrebbero avere un impatto molto più positivo sui militari che hanno perso in guerra gli arti inferiori. Secondo
il dottor Liming Salvino, uno degli ufficiali dietro al progetto, queste nuove protesi smart potrebbero aiutare non solo a migliorare la qualità della vita ma ad inaugurare una nuova e diversa generazione di arti protesici.

Fonti e approfondimenti

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