
I gatti domestici sarebbero la causa della diffusione del parassita Toxoplasma gondii negli animali selvatici vicino alle zone abitate secondo uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences. I ricercatori dell’Università della Columbia Britannica hanno infatti analizzato più di 45.000 casi di toxoplasmosi, la malattia procurata da questo parassita, in diversi mammiferi selvatici.
In questi ultimi la malattia può portare anche alla morte e può provocare disturbi abbastanza gravi come quelli relativi al sistema nervoso, tumori ed altre patologie che a volte possono essere anche croniche e debilitanti.
Animali selvatici che vivono vicino alle zone urbane più a rischio
Lo studio ha rilevato i dati da più di 200 studi precedenti. In questo modo i ricercatori hanno scoperto che gli animali selvatici che vivono vicino alle zone urbane più densamente popolate risultano essere più a rischio di infezione da toxoplasmosi. Secondo i ricercatori ciò è da spiegare con la vicinanza non solo con i gatti domestici, quelli che di solito tendono a girovagare sempre in giro per poi tornare a casa, ma anche con i gatti randagi.
Si può limitare la libertà dei gatti
Secondo Amy Wilson, professoressa all’UBC e autrice dello studio, si tratta di una scoperta significativa. In pratica i dati dimostrano che esiste una possibilità di limitare l’infezione di questa malattia grave per diversi mammiferi andando a limitare la libertà dei gatti di girovagare, in particolare in quelle aree dove ci sono più mammiferi selvatici.
Secondo i ricercatori il pericolo si moltiplica quando vengono distrutte le zone più umide e quando si verificano deflussi dei corsi d’acqua. In questo modo gli animali sono più a rischio di bere acqua contaminata.
Un solo gatto può espellere più di 500 milioni di uova
Secondo quanto rileva il comunicato della UBC, un solo gatto può espellere più di 500 milioni di uova di Toxoplasma. Le stesse uova hanno una caratteristica speciale: possono sopravvivere nel suolo (o anche all’interno dell’acqua) per anni. Questo significa che le possibilità di contaminazione da parte degli animali si moltiplicano a dismisura.
Il parassita può infettare qualsiasi mammifero o uccello, anche l’uomo. In quest’ultimo, però, l’infezione non è molto grave (anche se in alcuni casi per le donne in gravidanza può esserlo). Tuttavia in molti animali, anche se il parassita può restare dormiente per molto tempo, può scatenarsi un’infezione che può portare anche alla morte.