
I ghiacciai dell’Everest, considerata la montagna più alta del mondo, si stanno sciogliendo ad un ritmo molto più veloce di quanto mai calcolato in precedenza: è quanto lascia intendere un articolo pubblicato su Live Science che cita foto declassificate fatte da satelliti spia.
Si tratta di immagini scattate nel corso di vari decenni tramite le quali è possibile vedere e calcolare lo scioglimento dei ghiacci anche sul lungo periodo.
Proprio tali immagini mostrano che, dal 1962 al 2018, i ghiacciai sui fianchi della montagna si sono ridotti “significativamente”. Tra l’altro l’argomento è stato anche oggetto di studio presentato alla riunione annuale dell’American Geophysical Union.
Si tratta di più di 800.000 foto scattate dalla C.I.A., nel contesto della guerra fredda, poi declassificate nel 1995. Tra le varie regioni del mondo fotografate dai satelliti c’è anche quella dell’Himalaya.
I ricercatori hanno analizzato queste foto e le hanno comparate con altre foto satellitari (non classificate) degli anni successivi oppure immagini scattate da aerei e hanno calcolato la perdita relativa alla massa del ghiaccio dagli anni 60 fino ad oggi.
Il confronto è impietoso: i ghiacciai sembrano ritirarsi in maniera visibile esponendo poi la roccia sottostante, qualcosa che è ben calcolabile dall’alto.
I primi segni significativi riduzione del ghiaccio sono cominciati proprio negli anni 60: dal 1962 il ritmo di perdita dei ghiacciai è stato di circa 20 cm all’anno.
Nel corso degli ultimi decenni, inoltre, stessa perdita di ghiaccio sembra essere accelerata, un’accelerazione che sarebbe partita all’inizio degli anni 80.
Tra i vari danni che potrebbe apportare la perdita di ghiaccio sull’Everest c’è quello relativo all’approvvigionamento di acqua dolce nella regione circostante.