Giovanissimi getti radio provenienti da buchi neri supermassicci intercettati dagli astronomi

Giovane getto radio emesso da un buco un nero supermassiccio al centro di una lontana galassia (credito: National Radio Astronomy Observatory, Sophia Dagnello, NRAO/AUI/NSF)

Sono i più giovani getti radio mai individuati provenienti da buchi neri supermassicci quelli scoperti dal team di ricercatori del Naval Research Laboratory statunitense. Si ritiene che questi getti abbiano solo qualche decennio e studiare getti così giovani può rivelarsi molto utile per capire non solo la loro formazione ma anche il loro sviluppo e come influenzano i loro ambiente.

Getti provenienti da buchi neri importanti anche a livello pratico

Inoltre studiare getti cosmici del genere può avere anche risvolti importanti a livello pratico, come spiega Henrique Schmitt, un astronomo dell’NRL: “Comprendere l’evoluzione dei getti nelle galassie attive è importante per strumenti quotidiani come il GPS. Tali galassie attive definiscono il sistema di riferimento celeste da cui derivano i tempi e il posizionamento di precisione”.
I dati utilizzati sono quelli raccolti dal Very Large Array Sky Survey (VLASS), per la precisione da un database contenente i segnali radio provenienti da varie sorgenti luminose.

Getti di buchi neri “giovani” che non fuoriescono dalla loro galassia

Secondo Kristina Nyland, altra ricercatrice impegnata nello studio, studiare questi potenti “jet” può rivelarsi molto utile anche per comprendere come le galassie e gli stessi buchi neri supermassicci crescono e si sviluppano insieme attraverso periodi di miliardi di anni.
Sono stati, infatti, individuati in passato oggetto simili, provenienti da buchi neri supermassicci, vecchi di milioni di anni che hanno percorso traiettorie che poi sono andate ben oltre i confini delle galassie che li ospitavano.
I getti più giovani, invece, come quelli individuati dai ricercatori in questo studio, rimangono entro questi confini, relativamente vicine ai buchi neri che li hanno emessi, e si propagano all’interno del cosiddetto “mezzo interstellare” delle loro galassie.

Si tratta del volume di spazio che si trova tra le stelle, spesso pieno di dense nubi di gas che poi danno origine a volte a nuove stelle e sistemi planetari. I ricercatori ipotizzano che questi getti, appena emessi, interagiscono proprio con queste nubi di gas e quindi potrebbero avere un ruolo nella formazione delle stesse stelle e dunque dell’evoluzione delle galassie.
“Quando si hanno getti compatti e potenti di plasma radio in collisione con un serbatoio di gas che forma le stelle, i getti possono alterare l’efficienza di nuove nascite stellari e l’aspetto e le proprietà future della galassia”, spiega Nyland.
Secondo lo scienziato in particolare è importante sapere la velocità di questi getti provenienti dai buchi neri supermassicci per capire come hanno un’influenza sullo sviluppo delle galassie in cui risiedono.

A sinistra l’assenza di emissioni radio in una zona del cosmo mappata alla fine degli anni 90. A destra le stesse zone mappate nel 2019 dal VLA Sky Survey (VLASS). Si possono notare getti appena emessi sotto forma di sorgenti luminose puntiformi (credito: National Radio Observatory, Sophia Dagnello, NRAO/AUI/NSF)
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