Il glucagone, un ormone prodotto dal pancreas, è stato per lungo tempo visto come un “nemico” dell’insulina. Quest’ultima è un ormone che si utilizza quando il corpo non è più in grado di immagazzinare il glucosio. Questa situazione porta a livelli troppo alti di zucchero nel sangue e a patologie quali il diabete. Quest’ultima era considerata una malattia mortale almeno fino al 1922, anno in cui è stata scoperta l’insulina, un ormone che aiuta a controllare i livelli di zucchero e a contrastare la malattia.
In questo contesto, il glucagone è stato giudicato anche come “pericoloso”: si è sospettato che eventuali livelli troppo alti di questo ormone potessero rappresentare un rischio per il diabete.
Ora una nuova ricerca, mostra non solo che è inutile cercare di inibire l’effetto del glucagone ma che, anzi, quest’ultimo può rivelarsi un alleato importante proprio per contrastare il diabete.
La ricerca, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, è stata portata avanti da Jennifer Estall, ricercatrice del Montreal Clinical Research Institute (IRCM) e dell’Università di Montreal, che così spiega i risultati: “Quando digiuni per un certo periodo di tempo, ad esempio quando dormi di notte, i tuoi livelli di glucagone sono più alti. In questo modo, il tuo corpo può utilizzare le sue riserve energetiche e impedire che il livello di zucchero nel sangue diminuisca troppo e produca ipoglicemia, che causa vertigini, confusione e, in casi gravi, coma. Abbiamo scoperto che il glucagone ha una funzione aggiuntiva. Prepara il tuo fegato in modo che, mentre ti alzi e mangi la colazione, il tuo fegato sia più reattivo al segnale dell’insulina per smettere di produrre il suo zucchero, poiché il corpo non ne avrà più bisogno. ”
Negli esperimenti condotti sui topi, i ricercatori hanno infatti scoperto che il glucagone, per funzionare, ha bisogno della PGC1A, una specifica proteina. Secondo gli stessi ricercatori tenere alti i livelli di glucagone e PGC1A potrebbe in effetti rivelarsi utile per far reagire più rapidamente il fegato dopo aver mangiato nei confronti dell’insulina.