
Anche per quanto riguarda il campo dell’elettronica il grafene è considerato come un materiale molto promettente. In particolare, per quanto concerne il comparto della nanoelettronica, si pensa che il grafene possa consentire frequenze di clock fino a mille volte più veloci rispetto all’odierna elettronica basata sul silicio.
Una prova di questa affermazione è arrivata da una nuova ricerca apparsa su Nature. Un gruppo di scienziati dell’Helmholtz Zentrum Dresden-Rossendorf (HZDR) e dell’Università di Duisburg-Essen (UDE), in collaborazione con il Max Planck Institute for Polymer Research (MPI-P), ha infatti dimostrato che il grafene può effettivamente trasformare i segnali elettronici con frequenze nella gamma gigahertz in segnali con frequenze di molto superiori.
Si tratta della prima prova diretta della moltiplicazione di frequenza da gigahertz a terahertz in un monostrato di grafene, una cosa che porterebbe a sua volta ad una efficienza nettamente migliorata, come spiega anche Michael Gensch, a capo di un gruppo di ricercatori impegnati nella fisica ultraveloce.
Con questa ennesima ricerca, dunque, si sta aprendo la strada alla nanoelettronica ultraveloce basata sul grafene; la stessa Mischa Bonn, altro ricercatore impegnato in questo studio, parla di una scoperta rivoluzionaria: “Abbiamo dimostrato che l’elettronica basata sul carbonio può operare in modo estremamente efficiente a velocità ultraveloce. E sono anche concepibili componenti ibridi ultraveloci fatti di grafene e semiconduttori tradizionali”.
Fonti e approfondimenti
- Graphene enables clock rates in the terahertz range – Helmholtz-Zentrum Dresden-Rossendorf, HZDR (IA)
- Extremely efficient terahertz high-harmonic generation in graphene by hot Dirac fermions | Nature (DOI: 10.1038/s41586-018-0508-1) (IA)
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