Un nuovo studio concernente le estinzioni di massa causate dall’uomo per quanto riguarda gli animali di grossa stazza, carnivori ed erbivori, che vivevano una volta in Nordamerica è stato condotto da un gruppo di ricerca internazionale con sede presso il Museo di Storia Naturale Smithsonian.
Lo studio, pubblicato su Science , conferma che sono stati gli esseri umani “modellare” la fauna di quell’area negli ultimi millenni.
A sopravvivere sono stati gli animali più piccoli oppure animali come cervi che sono riusciti a cambiare le loro interazioni con l’ambiente che li circondava.
Questa ricerca, che potrà rivelarsi utile per eventuali nuove metodologie per la conservazione dei grandi animali oggi esistenti, è stata sviluppata da Anikó Tóth, ricercatrice della Macquarie University di Sydney, che ha collaborato con Amelia Villaseñor, professoressa di antropologia.
I ricercatori si sono in particolare concentrati sui grandi mammiferi che una volta erano distribuiti molto più di adesso in tutto il continente americano.
Si parla di periodi quali il tardo pleistocene e il primo olocene.
Hanno anche analizzato i resti fossili umani per capire come questi ultimi interagivano con questi animali e hanno confermato le estinzioni mediate dall’uomo in Nordamerica, impatti che la stessa Villaseñor definisce come “fuori misura”.
Le principali estinzioni sarebbero avvenute alla fine del tardo pleistocene, circa 11.000 anni fa, quando diversi grandi mammiferi, come mammut e gatti dai denti a sciabola, scomparvero del tutto a causa dei profondi cambiamenti ecologici e ambientali, causati anche dall’uomo, come la scomparsa della steppa e il cambiamento della vegetazione.
Approfondimenti
- Reorganization of surviving mammal communities after the end-Pleistocene megafaunal extinction | Science (IA) (DOI: 10.1126/science.aaw1605)