
Un potente terremoto potrebbe presto accadere lungo le faglie della placca tettonica caraibica-sudamericana secondo un comunicato emesso dall’Università statale della Pennsylvania che si rifà ad una ricerca realizzata dal dottorando Machel Higgins e da alcuni suoi colleghi. Higgins spiega chiaramente nel comunicato di aver scoperto che “una porzione significativa del confine della placca caraibica-sudamericana è bloccata ed è in grado di produrre un terremoto di magnitudo 8”.[1]
Confine tra due placche tettoniche
Si tratta di un confine tra due placche tettoniche lungo all’incirca otto 880 km. Queste due placche stanno scivolando l’una sull’altra. Lo scivolamento sta avvenendo dall’area del Venezuela settentrionale e del Mar dei Caraibi fino a quella di Trinidad e Tobago verso est. Si tratta di una regione già conosciuta perché soggetta ai terremoti e per la presenza di molte faglie che si trovano lungo il confine delle due placche.
In effetti, come spiega lo stesso Higgins, i terremoti distruttivi in quest’area sono stati numerosi in passato e ce ne sono stati due che hanno superato magnitudo 7 nei pressi di Caracas, capitale del Venezuela, nel 1812 e nel 1900.[1]
Calcoli dell’accumulo della deformazione elastica
Il ricercatore é giunto a questa conclusione dopo aver eseguito calcoli dell’accumulo della deformazione elastica del confine tra le due placche. I calcoli suggeriscono che potrebbe accadere un terremoto grave come quello del 1812 e quello del 1900 abbastanza presto e questo terremoto potrebbe coinvolgere anche le aree urbane del nord del Venezuela.
Per fare le stime i ricercatori hanno usato i dati GPS e dell’Interferometric Synthetic Aperture Radar (InSAR) per analizzare i cambiamenti lungo il confine tra le due placche e per realizzare un modello al computer della deformazione lungo le varie faglie nel confine scoprendo che si sta accumulando “una deformazione significativa”, come la chiama lo stesso Higgins.[1]
Faglie scivolano senza intoppi
Il problema è che alcune delle faglie dell’estremità orientale del confine tra le due placche sono di tipo strisciante: scorrono l’una sull’altra e lo fanno praticamente senza intoppi. Le faglie occidentali, invece, sembrano essere bloccate e probabilmente hanno trovato un intoppo. Si sta accumulando quindi uno stress tettonico che alla fine dovrà essere rilasciato.
La faglia che preoccupa di più è quella dell’isola di Trinidad che si sta spostando coinvolgendo praticamente tutta l’isola, come spiega Peter LaFemina, un professore di geoscienze che ha fatto da consulente ad Higgin durante lo studio.[1]