
Una guerra nucleare potrebbe essere devastante per gli Stati Uniti anche nel caso fosse innescata per prima dagli stessi americani e si realizzasse la cosiddetta guerra preventiva perfetta, ossia quella senza ritorsioni, secondo un nuovo studio realizzato dal ricercatore Joshua M. Pearce Della Michigan Tech.
Secondo i modelli sviluppati dal ricercatore, anche solo la fuliggine causata dalla combustione delle città nemiche colpite dalle esplosioni nucleari andrebbe ad innescare un significativo calo della temperatura globale impedendo a buona parte della luce del Sole di raggiungere la superficie. E ciò naturalmente provocherebbe danni enormi anche negli Stati Uniti.
Oltre a temperature più fredde ci sarebbero cali delle piogge, aumenti delle radiazioni ultraviolette (a causa dello strato di atmosfera danneggiato) e in generale gravi interruzioni delle catene di approvvigionamento, soprattutto quelle del comparto alimentare.
Secondo lo scienziato ci sarebbe infatti un limite per quanto riguarda il numero di armi nucleari che gli Stati Uniti potrebbero utilizzare contro un paese nemico senza poter provocare un cosiddetto “autunno nucleare”.
Un autunno nucleare è in sostanza un “inverno nucleare” con effetti minori, una situazione in cui però ad interagire con l’atmosfera sarebbe una minore quantità di fumo, in questo caso provocato dalle città nemiche in fiamme.
I ricercatori hanno ipotizzato anche casi limite in cui, a seguito di un attacco degli Stati Uniti, non ci sarebbero ritorsioni di alcun tipo da parte dei nemici, caso alquanto improbabile.
Analizzando quanto brucerebbe a seguito di un attacco nucleare e quanto di quello che brucerebbe si trasformerebbe in fumo, i ricercatori hanno eseguito dettagliate simulazioni. Sono arrivati alla conclusione che nessun americano morirebbe per le conseguenze dei fumi delle città nemiche incendiate se si utilizzassero 100 armi nucleari.
Se invece gli americani utilizzassero 1000 testate nucleari, è sempre se nessuno si vendicasse, morirebbero 140.000 americani, senza calcolare le catastrofi ambientali che naturalmente porterebbero a conseguenze gravi sul lungo termine.
Se gli Stati Uniti invece utilizzassero 7.000 armi nucleari, che è il limite che qualcuno ha proposto per quanto riguarda i prossimi aumenti e stanziamenti per la produzione di questo tipo di arma, almeno 5 milioni di americani morirebbero di fame.
Secondo i ricercatori, un limite di possesso di 100 armi nucleari (si ritiene che attualmente gli USA ne detengano almeno 3000), rappresenti il limite ottimale in quanto fornirebbe ancora un livello di deterrenza nucleare ma, in caso di utilizzo, eviterebbe i peggiori effetti di un “autunno nucleare”.
Approfondimenti
- Safety | Free Full-Text | A National Pragmatic Safety Limit for Nuclear Weapon Quantities (IA) (DOI: 10.3390/safety4020025)