Guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia causerebbe 5 miliardi di morti per fame

Credito: frana_dpl, Pixabay, ID: 5963419

Una guerra nucleare su vasta scala tra gli Stati Uniti e Russia procurerebbe molti milioni di morti per il lancio delle bombe atomiche ma quanti potrebbero essere i morti per conseguenze “indirette”? Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Food, suggerisce che potrebbero essere più di 5 miliardi le persone che morirebbero di fame a seguito di una guerra atomica tra le due potenze nucleari.

Sistemi alimentari mondiali sarebbero cancellati

Alan Robock, un professore di scienze il clima della Rutgers University, autore principale dello studio, spiega che una guerra nucleare sostanzialmente cancellerebbe i sistemi alimentari del mondo. Ciò porterebbe ad un numero di decessi inimmaginabile, probabilmente, sul medio o anche sul breve periodo, ammontabile a miliardi di individui.

La causa principale? La fuliggine degli incendi

La causa principale risiederebbe nella quantità di fuliggine, conseguenza di vasti incendi che si produrrebbero per il lancio delle bombe, che andrebbe a bloccare il sole. E i raggi del sole sono fondamentali per l’agricoltura, la principale forma di sussistenza alimentare dell’umanità. Lo studio ci fa comprendere quanto troppo spesso non prendiamo in considerazione le conseguenze “indirette” sui sistemi alimentari globali di una guerra nucleare mondiale e ci soffermiamo solo sui morti, che pur sarebbero numerosi, causati dai lanci delle bombe e dalle radiazioni.

I dati

Per capire la quantità di fuliggine i ricercatori hanno creato sei scenari: cinque che vedono una guerra nucleare tra India e Pakistan e uno che vede una guerra tra Stati Uniti e Russia. Prendendo anche in considerazione i dati globali riguardanti le principali colture (riso, mais, frumento e soia) nonché il numero di bombe atomiche presenti negli arsenali di questi paesi, i ricercatori hanno inserito i dati in un software di previsione del clima creato dal National Center for Atmospheric Research (NCAR), un centro di ricerca americano.

Guerra nucleare tra India e Pakistan

I ricercatori scoprivano che una eventuale guerra tra India e Pakistan (lo scenario migliore con un conflitto più o meno localizzato) produrrebbe una diminuzione della produzione calorica media globale del 7% entro cinque anni. Sarebbe comunque il più grande riduzione della resa di raccolti da quando l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura, istituita nel 1961, registra i dati.

Guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia

Nell’altro scenario, quello della guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia, la diminuzione della produzione calorica media globale sarebbe addirittura del 90% in 3-4 anni dopo la fine dei combattimenti. Sarebbero i paesi posti alle latitudini medio-alte a subire le riduzioni dei raccolti più gravi ma le conseguenze dirette di queste riduzioni riguarderebbero soprattutto i paesi in Africa e in Medio Oriente che sostanzialmente vivono delle esportazioni degli altri paesi per quanto riguarda i generi agricoli principali.

Nessuna politica di riduzione degli sprechi potrebbe rivelarsi utile

In caso di guerra tra Stati Uniti e Russia i mercati alimentari globali crollerebbero e più del 75% della popolazione mondiale morirebbe letteralmente di fame nel giro di un paio d’anni. Anche calcolando i sistemi più avanzati per ridurre gli sprechi alimentari, le compensazioni per quanto riguarda perdite caloriche medie globali dell’immediato dopoguerra risulterebbero comunque minime.

Impatto anche sulle scorte alimentari?

Un impatto lo avrebbero anche le scorte alimentari: lo strato di ozono, distrutto a seguito del riscaldamento della stratosfera, lascerebbe passare molte più radiazioni ultraviolette, un fattore che porterebbe a conseguenze forse imprevedibili anche in diversi altri contesti. “Vietare le armi nucleari è l’unica soluzione a lungo termine. Il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari, vecchio di cinque anni, è stato ratificato da 66 nazioni, ma nessuno dei nove Stati nucleari. Il nostro lavoro chiarisce che è tempo per quei nove stati di ascoltare la scienza e il resto del mondo e di firmare questo trattato”, spiega Robock.

Note e approfondimenti

  1. Global food insecurity and famine from reduced crop, marine fishery and livestock production due to climate disruption from nuclear war soot injection | Nature Food (DOI: 10.1038/s43016-022-00573-0)
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