Guscio d’uovo di 300.000 anni fa rivela indizi di cambiamento climatico in Africa

il fossile di guscio d'uovo di struzzo analizzato dai ricercatori (credito: Philip Kiberd)

Un antico guscio d’uovo, risalente ad un periodo tra 250.000 e 350.000 anni fa, ha fornito agli scienziati nuove informazioni su cambiamenti climatici estremi in un periodo in cui i nostri antenati attraversavano un momento chiave dell’evoluzione dell’Homo sapiens.
I ricercatori, guidati da Philip Kiberd e Alex Pryor, dell’Università di Exeter, hanno analizzato gli isotopi dei resti del guscio nonché tracce di aminoacidi arrivando alla conclusione che circa 200.000 anni fa un clima fresco e umido fu sostituito da un clima secco e arido sempre più forte.

Area sudafricana una volta ricca di flora e fauna

Il guscio d’uovo apparteneva ad uno struzzo ed è stato ritrovato nel sito dell’età della pietra medio-alta di Bundu Farm, Sudafrica. Risale ad un periodo che combacia con quello della prima comparsa delle firme genetiche dell’Homo sapiens in Africa meridionale.
Già altre ricerche, spesso basate sull’analisi di ossa di animali fossili, avevano suggerito che le comunità di esseri umani in quest’area vivevano in una regione popolata da gnu, zebre, ippopotami, antilopi, babbuini ed altre specie estinte come quelle di Megalotragus priscus e Equus capensis. Questi primi esseri umani cacciavano queste bestie, così come facevano altri animali carnivori tra cui leoni e iene, favoriti anche dal clima stabile e abbastanza asciutto.

Cambiamento climatico che influenzò anche evoluzione degli umani

Le analisi di questo guscio d’uovo suggeriscono che questo clima asciutto e abbastanza fresco lasciò però il posto ad un’aridità sempre crescente. Si tratta di un cambiamento climatico che, in certo senso, guidò anche l’evoluzione degli esseri umani.
Le analisi hanno visto i ricercatori macinare piccoli pezzi del guscio d’uovo fino a ridurli in polvere per meglio eseguire gli studi di datazione e ottenere diverse informazioni. Ad esempio hanno potuto analizzare ciò che mangiavano gli struzzi durante quest’epoca e in quest’area in quanto la composizione del guscio dell’uovo rifletteva in parte la loro dieta. Gli struzzi si limitavano perlopiù a consumare foglie fresche di arbusti o erba, cosa che suggerisce la presenza di una certa vegetazione in un’area che oggi è praticamente semidesertica e molto secca e che al massimo permette il pascolo solo di un piccolo gregge di pecore.

Un guscio d’uovo ci permette di capire gli adattamenti dei nostri antenati all’ambiente

Migliaia di anni fa quest’area, come spiega Kiberd, era un paesaggio molto diverso, con laghi, fiumi ed acqua abbondante così come abbondanti erano la flora e la fauna. Oggi è un’area molto arida che non permette il sostentamento di molte forme di vita.
“La nostra analisi del il guscio d’uovo di struzzo ci aiuta a comprendere meglio gli ambienti in cui si stavano evolvendo i nostri antenati e fornisce un contesto importante in cui interpretare i comportamenti e gli adattamenti delle persone in passato e come questo alla fine ha portato all’evoluzione della nostra specie”, spiega il ricercatore.

Note e approfondimenti

  1. Ostrich eggshell isotope data from Bundu Farm, South Africa and new evidence on middle stone age environments in the Upper Karoo (IA) (DOI: http://hdl.handle.net/10871/123673)

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