La più distante e lontana stella mai osservata è stata individuata dal telescopio spaziale Hubble grazie ad un particolare e raro allineamento cosmico. La stella è distante ben 9 miliardi di anni luce: si tratta di un dato incredibile (ricordiamo che parliamo di una stella singola, non di una galassia) se si pensa che di solito, ad una distanza che supera i 100 milioni di anni luce, comincia ad essere impossibile distinguere individualmente una stella, anche se si parla delle stelle supergiganti, le più grandi e luminose nell’universo (si escludono ovviamente le supernovae che sono esplosioni, e dunque fenomeni temporanei).
Questa nuova stella è stata scoperta grazie al fenomeno della lente gravitazionale, un fenomeno ottico che si produce nel cosmo grazie al fatto che la luce è attratta gravitazionalmente da corpi interposti tra noi e l’oggetto da osservare. Questi oggetti, di solito massicci ammassi di galassie (ed è anche questo il caso), deviano e finiscono per ingrandire la luce degli oggetti da osservare facilitandone dunque l’avvistamento.
Naturalmente c’è bisogno di un particolare allineamento dei tre oggetti (osservatore – oggetto interposto – oggetto osservato) che capita di rado.
Se in generale le lenti gravitazionali ingrandiscono gli oggetti retrostanti di massimo una cinquantina di volte, in questo caso particolare l’ingrandimento è stato di più di 2000 volte. La stella è stata scoperta analizzando un set di dati raccolti dal telescopio Hubble tra l’aprile del 2016 e l’aprile del 2017.
Si tratta di una stella almeno 100 volte più lontana della stella più distante da noi che si può individuare singolarmente, come sottolinea anche Patrick Kelly, uno degli astronomi dell’università del Minnesota che ha fatto la scoperta e che ha pubblicato lo studio su Nature Astronomy.
La scoperta della stella MACS J1149 Lensed Star 1 (LS1), una supergigante blu a cui comunque gli studiosi hanno già dato il nome di Icaro, potrebbe dare il via ad una nuova tecnica da utilizzare per studiare le stelle più lontane, finanche quelle dell’universo primordiale.
Fino ad ora, infatti, il fenomeno della lente gravitazionale era stato perlopiù utilizzato solo per osservare ed individuare principalmente galassie.
Bisognerà ora vedere se si è trattato di una pura coincidenza o di un fenomeno che può essere effettivamente sfruttato anche per l’osservazione delle singole stelle.
Fonti e approfondimenti
- Hubble peers through cosmic lens to capture most distant star ever seen | Berkeley News (IA)
- Extreme magnification of an individual star at redshift 1.5 by a galaxy-cluster lens | Nature Astronomy (DOI: 10.1038/s41550-018-0430-3) (IA)
- Two peculiar fast transients in a strongly lensed host galaxy | Nature Astronomy (DOI: 10.1038/s41550-018-0405-4) (IA)