I deserti “respirano”: la scoperta nel nuovo studio che analizza dune con particolari sonde

Credito: Tho-Ge, Pixabay, ID: 7080670

Un team di ricercatori mostra, in un nuovo studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research-Earth Surface, un particolare fenomeno che vede la sabbia dei deserti “respirare”. Come riferisce il comunicato della Cornell University, i ricercatori hanno scoperto che il vento scorre sulle dune di sabbia in maniera particolare creando degli squilibri nella pressione locale. In sostanza l’aria entra ed esce dagli strati sabbiosi e ciò fa sembrare la stessa superficie desertica una sorta di “organismo” che respira.

Sonda capacitiva

Per il suo studio l’autore principale, Michel Louge, un professore di ingegneria meccanica della Cornell, ha fatto ricorso ad un nuovo strumento denominato “sonda capacitiva”. Questo strumento è fornito diversi sensori che possono misurare il contenuto dell’umidità delle dune di sabbia. Queste sonde di solito vengono utilizzate per capire meglio come i terreni agricoli tendono a trasformarsi in deserti, un fenomeno che è diventato ancora più importante visto i cambiamenti climatici in corso.

Fenomeno di “respirazione” importante per i microbi

Tramite queste particolari sonde il ricercatore ha prima confermato che lo strato sabbioso dei deserti tende ad essere “poroso” e ha poi scoperto che l’aria tende a filtrare attraverso i granelli entrando e uscendo dalla stessa sabbia, come spiega Louge.
Questo fenomeno di “respirazione” è importante perché permette ai microrganismi di colonizzare anche le profondità interne delle dune di sabbia, perfino quelle iperaride, permette loro di sopravvivere anche a temperature molto alte.

Colonie di microbi stabilizzano le dune

Ciò a sua volta importante perché si pensa che i microbi che vivono nelle sabbie dei deserti stabilizzino le dune impedendo alla sabbia di essere trasportata lontano e quindi di invadere, per esempio, infrastrutture e strade.

Metodo può essere usato anche in ambienti extraterrestri per scoprire acqua

I ricercatori credono che il metodo usato in questo studio (i cui dati comunque sono stati raccolti nel corso di diversi anni) e le relative strumentazioni possano essere usate anche per l’esplorazione degli ambienti extraterrestri onde capire la presenza eventuale di acqua.

Note e approfondimenti

  1. Water vapor transport across an arid sand surface ‐ non‐linear thermal coupling, wind‐driven pore advection, subsurface waves, and exchange with the atmospheric boundary layer – Louge – – Journal of Geophysical Research: Earth Surface – Wiley Online Library (DOI: 10.1029/2021JF006490)
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