I parassiti? Bisogna proteggerli affinché non si estinguano

Arcaro parassita del genere Varroa sul corpo di un ape

Quando pensiamo ai parassiti molto spesso prendiamo in considerazione insetti, microrganismi o comunque forme di vita delle quali ci dobbiamo sbarazzare in qualche modo. Ed è vero, perché molti parassiti possono creare problemi non solo al corpo umano ma anche a quelli di moltissimi animali o alle piante che coltiviamo.
Sta di fatto che non sempre funziona proprio così: i parassiti sono parte integrante della natura e fanno dunque parte in un certo senso della “catena alimentare”.

Questo significa che debbono essere presi in considerazione per quelli che sono: esseri viventi che svolgono ruoli ecologici molto importanti e significativi. Proprio per questo vanno addirittura protetti, come afferma Chelsea Wood, una ecologa dell’Università di Washington che interviene in un articolo sul sito della stessa università per chiarire il concetto che ha diffusamente trattato, tra l’altro, in uno studio apparso su Biological Conservation.

Secondo la ricercatrice, stiamo letteralmente perdendo i parassiti e quindi tutte le funzioni essenziali che svolgono. Per capire quanto un parassita possa essere utile basta citare il caso degli uccelli che predano i pesci: alcuni parassiti si collocano nel cervello dei pesci e fanno in modo che siano più vulnerabili agli stessi uccelli, ad esempio li costringono a nuotare più in superficie. Senza questa tipologia di parassita, questi uccelli sarebbero già estinti.

Ed è solo un esempio delle migliaia, forse milioni (il mondo dei parassiti è in gran parte sconosciuto ancora) che si possono trovare in natura.
Ma come preservare la biodiversità dei parassiti? La base da cui partire è la conoscenza: l’obiettivo, secondo i ricercatori, è quello di descrivere, e quindi catalogare, almeno la metà dei parassiti che esistono nel mondo entro una decina di anni. Un obiettivo ambizioso, non c’è che dire, ma catalogandoli a livello tassonomico, sarà più facile innescare processi di conservazione.

“Se le specie non hanno un nome, non possiamo salvarle”, spiega Colin Carlson, professore alla Georgetown University ed altro autore dello studio. “Lo accettiamo da decenni per quanto riguarda la maggior parte degli animali e delle piante, ma gli scienziati hanno scoperto solo una frazione di una percentuale di tutti i parassiti del pianeta. Quelle sono le ultime frontiere: il mare profondo, lo spazio profondo e il mondo che vive dentro ogni specie sulla Terra”.

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