
Gli eccezionali fossili di spugne marine scoperti nei giacimenti di fosfati di Fontanarejo, nei pressi di Ciudad Real, Spagna, sono stati oggetto di un nuovo studio condotto da un team internazionale di ricercatori. I ricercatori riferiscono che sono i resti fossili più antichi mai scoperti di spugne marine mineralizzate. I ricercatori stimano che i fossili appartengono ad esemplari vissuti 530 milioni di anni fa.
Hexactinillida e demospongiae
I ricercatori credono i fossili che appartengano a due tipi di spugne, hexactinillida e demospongiae (denominate anche spugne silicee).
“Va notato che alcune delle spicole sono strutturate; in altre parole, collegate ad altre, conservando praticamente la stessa posizione dell’organismo originale”, spiega Pablo Suárez, un ricercatore dell’Università Complutense di Madrid e uno degli autori dello studio.
Le spicole sono particolari strutture microscopiche presenti nel corpo delle spugne fatte di carbonato di calcio o di silice.
Spugne con scheletro mineralizzato o non mineralizzato
Sono i fossili più antichi di spugne mai rinvenuti fino ad oggi insieme ad alcuni altri pochi fossili trovati in Cina, solo che questi ultimi non risultano strutturati mentre quelli rinvenuti in Spagna mostrano la struttura delle spicole interne.
Le spugne, infatti, possono avere due tipi di scheletro interno: mineralizzato (formato dalle spicole) o non mineralizzato (formato di molecole organiche degradabili).
Mappatura geologica e sezione dei campioni
La scoperta è interessante perché le spugne sono considerate tra i primi animali che si sono evoluti dopo la prima diversificazione della vita unicellulare.
I ricercatori hanno effettuato la mappatura geologica che hanno prelevato più di 200 campioni di roccia nella zona di Fontanarejo nel corso del 2019. Hanno poi tagliato i campioni in diversi fogli sottili, spessi circa 30 micron, i quali poi sono stati analizzati in laboratorio con varie tecniche.
Conservazione dei resti grazie all’azione del mare
I resti si sono conservati grazie all’azione del mare che, durante le maree e le tempeste, nel lontano passato, ha trasportato queste spugne, insieme ad altri organismi, in acque più profonde. Qui i resti sono stati sepolti sotto diversi strati di sedimenti, cosa che ha favorito la conservazione.