Identificati 110.000 nuovi crateri sulla Luna con intelligenza artificiale

Alcuni dei nuovi crateri individuati dai ricercatori (credito: DOI: 10.1038/s41467-020-20215-y | Nature Communications)

Utilizzando le nuove tecniche informatiche delle reti neurali profonde un team di ricercatori ha identificato altri 109.956 nuovi crateri sulla Luna. Si tratta di un numero enorme, almeno 12 volte più grande dei crateri identificati fino a questo studio (7895 crateri riconosciuti dal 1919 sulla Luna di cui 1411 datati). Di tutti crateri riconosciuti in questo nuovo studio, 18.996 sarebbero più grande di 8 km.
I ricercatori hanno utilizzato anche i dati della sonda cinese Chang’E. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.

Il problema nell’identificare i crateri sulla Luna stanno nel fatto che possono sovrapporsi l’uno sull’altro più volte ed erodersi con il passare del tempo, anche se l’erosione di questi crateri non avviene così come succede sulla Terra, un pianeta molto più “vivo” sul quale i crateri possono letteralmente scomparire.
L’individuazione nonché la datazione dei crateri sulla Luna può dunque diventare molto difficile anche perché, se l’operazione viene fatta da un essere umano, può portare via tantissimo tempo.

Proprio per questo Chen Yang, ricercatore dell’Università Jilin, Cina, insieme ai colleghi ha pensato di utilizzare una tecnica di apprendimento automatico addestrando una rete neurale profonda (deep neural network) con i dati già conosciuti relativi a migliaia di crateri lunari già identificati precedentemente. Grazie a questi dati, i ricercatori hanno creato un nuovo algoritmo capace di trovarli da solo ed è stato proprio grazie a questo algoritmo che sono stati scoperti quasi 110.000 crateri aggiuntivi, un numero non indifferente che mostra, tra le altre cose, come la Luna sia stata continuamente bombardata da asteroidi di ogni tipo e dimensione nel suo passato.

La maggior parte dei crateri nuovi ha un diametro che va da 1 a 100 km mentre il più grande ha un diametro di 550 km.
Di quasi 110.000 nuovi crateri individuati, l’algoritmo è riuscito a datare quasi 19.000 di essi. La datazione è stata possibile grazie all’analisi di varie caratteristiche tra cui la dimensione e la profondità del cratere stesso. Alcuni di questi crateri sono stati creati da impatti avvenuti anche più di 4 miliardi di anni fa.
Ora i ricercatori vogliono usare questo stesso approccio di “apprendimento automatico” anche su altri corpi del sistema solare, in primis Marte.

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