
Il 25-30% dei ghiacciai catalogati in Nuova Zelanda alla fine degli anni 70 è andato perso: è questo il preoccupante risultato che hanno ottenuto alcuni scienziati del Te Herenga Waka della Victoria University of Wellington e del National Institute of Water and Atmospheric Research (National Institute of Water and Atmospheric Research).
Ogni anno, infatti, un team di scienziati di questi istituti compie una missione sul campo per verificare quanto ghiaccio è rimasto nella zona che va dai laghi Nelson fino alla regione del Fiordland. In particolare misurano quanta neve che è caduta durante l’inverno e si è poi depositata su ciascun ghiacciaio per contribuire all’accumulo di ghiaccio onde prevenire lo scioglimento totale del ghiacciaio stesso.
Dopo aver escluso i ghiacciai più a sud e quelli più a nord, che oramai possono essere considerati solo a “macchie di neve e non più ghiacciai”, come dichiara Lauren Vargo, uno dei ricercatori impegnati nelle ricerche, i ricercatori hanno scattato migliaia di foto dell’area centrale presa in esame e, utilizzando modelli 3D, hanno calcolato una perdita di massa dei ghiacciai drammatica, qualcosa che diventerà sempre più comune come spiega lo stesso Vargo.
Una delle cause del restringimento dei ghiacciai quest’anno è da addebitare sicuramente agli enormi incendi boschivi australiani protrattisi fino o a pochi mesi fa.
Le polveri derivanti da questi incendi, infatti, come spiega Vargo, si sono depositate sulla neve la quale è diventata più scura, di un colore quasi “arancione-rosa”, cosa che la fa assorbire più luce del sole e che la fa squagliare più velocemente.
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