
Una zecca che può procurare una particolare allergia ad uno zucchero presente nelle carni alimentari si sta diffondendo negli Stati Uniti, come rileva un nuovo articolo di Scientific American.[1] Nell’articolo si parla della sindrome dell’alfa-gal (Alpha-gal syndrome, AGS), una reazione allergica che può essere procurata dal morso di alcune specie di zecche, in particolare la zecca stella solitaria (Amblyomma americanum), così chiamata per una caratteristica macchia bianca sul dorso.[2]
Che cos’è l’allergia all’alfa-gal
Queste zecche, ora presenti in diversi stati, dal New Jersey alle aree del Midwest, possono in alcuni casi portare a complicanze a lungo termine.
Quando mangiamo le carni dei mammiferi non primati, ad esempio maiali e mucche, il nostro corpo non ha una particolare reazione nei confronti dell’alfa-gal, conosciuto anche come galattosio-alfa-1,3-galattosio. Si tratta di un carboidrato che si trova nelle membrane cellulari dei mammiferi, tranne che nei primati (quindi non si trova neanche negli esseri umani). Se però una zecca introduce nel nostro corpo questa molecola, il nostro sistema immunitario può riconoscerla come estranea e comincia a produrre degli anticorpi denominati immunoglobuline E (IgE).[1]
La reazione allergica ogni volta che si mangia la carne
Quindi ogni volta che poi si mangia la carne, il sistema immunitario rilascia questi anticorpi e ciò può produrre una reazione allergica. La reazione può iniziare da 2 a 6 ore dopo l’introduzione nel corpo dell’alfa-gal e quindi dopo il consumo della carne ma le reazioni possono variare nettamente da persona a persona. Per alcuni ci può essere solo un lieve formicolio nella bocca oppure un prurito alle mani, per altri un vero e proprio shock anafilattico. Tra gli altri sintomi ci possono essere anche l’irritazione agli occhi, le eruzioni cutanee, gonfiore alle braccia o le infiammazioni articolari.[1]
Trattamenti specifici per allergia all’alfa-gal non esistono
L’allergia è stata segnalata solo nel 2002 per la prima volta e al momento non ci sono veri e propri trattamenti specifici, spiega il comunicato di Scientific American. L’unica soluzione, per ora, sembra essere evitare i cibi che possono scatenare l’allergia e quindi, per i soggetti che possono soffrirne, ciò vuol dire eliminare la carne dei mammiferi, ed eventualmente anche i prodotti correlati, dalla dieta.
Come spiega l’articolo, ad oggi sono più di 34.000 gli americani diagnosticati con l’AGS, tuttavia questa sensibilità alla carne può sparire nel giro di pochi anni.[1]