Il Clostridium difficile, un agente patogeno che può infettare anche gli esseri umani, si può servire di funghi per meglio sopravvivere all’interno del corpo come riferito da una nuova ricerca apparsa su mSphere.
Il Clostridium difficile è un agente patogeno con il quale ci si può infettare soprattutto negli ospedali e negli ambienti nosocomiali. L’infezione può essere molto grave perché colpisce i pazienti che già sono stati trattati con antibiotici.
Secondo David Stewart, ricercatore del dell’Università dell’Arizona, a Tucson, fino a questo momento lo studio di questo batterio non è mai stato caratterizzato da una sufficiente attenzione nei confronti di eventuali relazioni che lo stesso batterio può avere con i funghi del microbioma intestinale.
Nonostante i taxa fungini rappresentino solo una piccola percentuale di microrganismi che compongono il microbioma all’interno del corpo umano, anche con una così bassa rappresentanza possono svolgere ruoli importanti, anche per quanto riguarda le pericolose infezioni.
Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno identificato popolazioni di vari funghi e batteri in campioni di feci che sono state raccolte da 49 persone ricoverate in ospedale.
I ricercatori scoprivano che gli aumenti di alcune popolazioni di funghi all’interno di vari microbiomi fecali analizzati erano collegati ad una diminuzione parallela nelle popolazioni di vari batteri utili.
“La nostra prossima meta è cercare di stabilire l’interazione tra il C. diff e funghi specifici, così come altri organismi nell’intestino”, riferisce Stewart. “Quella relazione è antagonista e negativa o positiva? I funghi perpetuano la disbiosi intestinale?”.
Lo stesso ricercatore lascia intendere che proprio i funghi potrebbero essere un bersaglio terapeutico per combattere l’infezione da Clostridium difficile.