Le imbarcazioni di ogni tipo sono solite riversare nel mare specie aliene e ciò non è di certo una buona notizia per l’ecosistema marino.
Ciò avviene in maniera massiccia anche nel Mediterraneo come testimonia uno nuovo studio prodotto da ricercatori dell’università di Pavia.
Secondo i ricercatori, le barche in viaggio verso i porti del Mediterraneo trasportano specie aliene, in particolare attaccate in quelle aree sommerse della nave.
Secondo il comunicato che presenta lo studio, lo stesso Mediterraneo, oltre a mostrare alti livelli di biodiversità marine, è uno dei mari con il più alto numero di specie aliene.
La “deposizione” di questi piccoli animali vertebrati si verifica soprattutto nei mesi estivi quando la nautica da diporto è ai massimi livelli.
Lo studio ha analizzato 601 imbarcazioni e tra i dati che i ricercatori hanno acquisito vi erano anche quelli relativi alla storia dei viaggi e al tempo trascorso dall’ultima pulizia.
In particolare durante l’estate sono diverse le imbarcazioni turistiche e le navi che provengono dalle aree del Canale di Suez. Queste imbarcazioni hanno un potere molto elevato di diffondere specie aliene provenienti da quelle aree nel Mediterraneo, come specifica Aylin Ulman, autrice principale dello studio.
Ciò avviene a soprattutto a causa del biofouling o fouling biologico: in pratica è l’incrostazione che si forma sulle parti esterne delle navi e che è causata dall’accumulo di microrganismi di ogni genere nonché da alghe.
Oltre a poter danneggiare le stesse imbarcazioni, ad esempio se si formano in aree delicate come quelle relative ai sistemi di propulsione, queste incrostazioni rappresentano un problema non da poco perché agevolano il trasferimento di specie aliene da un mare all’altro.
Attualmente il biofouling non è regolamentato nel Mediterraneo.