Un gruppo di neuroscienziati dell’Università di Toronto dichiara di poter ricostruire le immagini solamente analizzando l’attività cerebrale tramite elettroencefalogramma. Questa nuova tecnica sarebbe infatti in grado di ricostruire digitalmente le immagini visualizzate dalle persone senza alcuna informazione se non i dati rilevati dall’EEG.
È quanto dichiara Dan Nemrodov, uno degli autori della ricerca: “Quando vediamo qualcosa, il nostro cervello crea un percetto mentale, che è essenzialmente un’impressione mentale di quella cosa: siamo riusciti a catturare questo percetto usando l’EEG per ottenere un’illustrazione diretta di ciò che accade nel cervello durante questo processo”.
La tecnica prevede la registrazione dell’attività cerebrale dei soggetti del test mentre questi guardano un’immagine e mentre sono collegati all’apparecchiatura per l’elettroencefalogramma. Tramite un algoritmo basato sull’apprendimento automatico, un computer analizza i dati e ricostruisce l’immagine.
Non è la prima volta che vengono ricostruite le immagini o simboli “pensati” ma è la prima volta che lo si fa tramite un “semplice” elettroencefalogramma dato che in passato la cosa era riuscita utilizzando dati di risonanza magnetica funzionale (fMRI) tramite i quali era stato possibile ricostruire facce, naturalmente in maniera grossolana, viste dai soggetti del test.
Secondo gli stessi scienziati dietro al progetto, l’EEG ha però potenzialità maggiori rispetto all’fMRI in quanto le apparecchiature per eseguire un’elettroencefalogramma risultano più pratiche, meno costose e più diffuse. Inoltre con questa tecnica si riescono a calibrare maggiori dettagli grazie alla maggiore risoluzione temporale, come rimarca lo stesso Nemrodov: “L’fMRI cattura l’attività alla scala temporale dei secondi, ma l’EEG cattura l’attività alla scala del millisecondo, quindi possiamo vedere con dettagli molto precisi come la percezione di una faccia si sviluppa nel nostro cervello usando l’EEG”.
Principali ed eventuali utilizzi futuri? Innanzitutto si profilerebbe una nuova possibilità per tutte quelle persone che non possono comunicare verbalmente o in altro modo. E poi una lettura della mente come questa potrebbe essere utilissima in campo forense: immaginate un identikit facciale realizzato in maniera dettagliata semplicemente attingendo al ricordo del testimone.
Fonti e approfondimenti
- Do you see what I see? Researchers harness brain waves to reconstruct images of what we perceive | University of Toronto Scarborough – News and Events (IA)
- The Neural Dynamics of Facial Identity Processing: insights from EEG-Based Pattern Analysis and Image Reconstruction | eNeuro (DOI: ENEURO.0358-17.2018) (IA)