
Potrebbe avvenire nel brevissimo (secondo gli standard cosmici) periodo di tre anni la fusione di due buchi neri supermassicci a seguito delle analisi delle oscillazioni di un nucleo galattico attivo eseguite da un team di ricercatori di un istituto cinese. Questi ultimi hanno infatti analizzato le fluttuazioni della luce che provengono dal centro della galassia SDSS J1430+2303, distante da noi circa 1 miliardo di anni luce, per giungere a questa interessante conclusione.
Potremmo intercettare anche l’immensa esplosione
Si tratterebbe di un impatto davvero imminente che potrebbe offrirci la possibilità di eseguire la migliore analisi e forse di realizzare la migliore immagini di due buchi neri che si fondono, un evento per il quale abbiamo pochissimi dati e molti riguardano la propagazione delle onde gravitazionali. Nel caso dei buchi neri al centro della galassia SDSS J1430+2303, con un po’ di fortuna non rileveremmo solo le onde gravitazionali ma forse anche l’immensa esplosione la cui luce si propagherebbe attraverso lo spettro.
Come fanno i buchi neri supermassicci a diventare così grandi?
I dati che si potrebbero raccogliere dalla fusione potrebbero chiarire come fanno i buchi neri supermassicci a diventare così grandi. Il sospetto è che abbiano un ruolo proprio le fusioni ma non si tratta di eventi che accadono ogni giorno e quindi è difficile studiarle.
Strani comportamenti della luce proveniente dal centro di questa galassia
Il team di astronomi guidato da Ning Jiang dell’Università di Scienza e Tecnologia della Cina ha per ora realizzato un nuovo studio pubblicato su arXiv. Nello studio sono descritti gli “strani” comportamenti della luce proveniente dal centro di questa galassia, il cosiddetto “nucleo galattico attivo”. I nuclei galattici attivi rappresentano il cuore pulsante di ogni galassia. Un nucleo galattico attivo è costituito, di solito, da un buco nero supermassiccio che attrae il materiale intorno in un vortice “infernale”.
Due buchi neri molto vicini
Nel caso in questione, però, secondo i ricercatori sono due i buchi neri supermassicci che si trovano al centro della galassia. I segnali intercettati da ricercatori suggeriscono che il livello di variabilità probabilmente si può spiegare solo con la presenza di due buchi neri molto vicini. Tra i vari dati acquisiti dai i ricercatori tramite le analisi dello spettro di luce che ci arriva da quest’area ci sono quelli relativi al ferro che cade in un buco nero. Si tratta di un’emissione che è compatibile con la presenza di un sistema binario di buchi neri supermassicci anche se non c’è ancora una prova certa. Quel che è certo è che quello che sta accadendo al centro di questa galassia è molto strano e la questione meriterebbe analisi più approfondite nel prossimo futuro.