Gli incendi occorsi in Australia, divampati soprattutto tra dicembre 2019 e gennaio 2020, oltre aprovocare grandissimi danni a livello ambientale e strutturale hanno procurato anche un altro effetto molto negativo sulla nostra atmosfera. Secondo un nuovo studio pubblicato su Geophysical Research Letters, gli incendi boschivi australiani hanno addirittura riscaldato la stratosfera, un’area dell’atmosfera collocata a circa 10-50 km di distanza dalla superficie terrestre, facendone aumentare la temperatura da 1 a 2° centigradi, un livello di temperatura che poi è durato per circa sei mesi.
Secondo i ricercatori, questi incendi, solo da dicembre 2019 a gennaio 2020, hanno iniettato nella stratosfera 0,9 tetragrammi di fumo, la quantità più grande mai osservata da quando esistono i satelliti. Questa massa di fumo conteneva il 2,5% di carbonio nero, cosa che ha aumentato il forzante radiativo effettivo medio della stratosfera causando il riscaldamento della stessa stratosfera per tutto il 2020. In sostanza il particolato nero presente nel fumo è salito nell’atmosfera e ha assorbito il calore della luce solare trasmettendolo nell’area circostante, riscaldando la stratosfera da 1 a 2° centigradi. Inoltre questo fumo nella stratosfera ha aumentato, anche se in maniera temporanea, le dimensioni del buco dell’ozono.
La massa di fumo si è diffusa in tutto l’emisfero australe salendo fino a 22 km di altezza nel corso dei primi tre mesi.