
Le popolazioni indigene del Nord della Siberia, secondo uno studio condotto dall’Università statale di Tomsk, Russia, tollererebbero più facilmente le infezioni trasmesse dalle zecche. In particolare i ricercatori riscontrano che i discendenti delle vecchie popolazioni indigene della Siberia si riprendono più velocemente dopo malattie quali infezione da da encefalite trasmessa dalle zecche (TBE), dalla borreliosi trasmessa dalle zecche (malattia di Lyme) e dall’anaplasmosi granulocitica umana (HGA).
I ricercatori hanno esaminato varie persone nelle città di Tomsk, Surgut, Tyumen e Khanty-Mansiysk riscontrando che, a seguito di infezioni trasmesse da zecche, nei pazienti comparivano cellule geneticamente trasformate.
Ad esempio nei pazienti con borreliosi da zecche, che di solito porta a complicazioni quali artrite alle ginocchia, gli scienziati hanno identificato varie cellule o strutture anormali a livello cromosomico come afferma Nikolay Ilyinsky, uno degli autori dello studio: “Un dato interessante è che alcuni gruppi di pazienti che hanno avuto borreliosi da zecca mostrano un’alta resistenza a tali effetti avversi”.
La prima ipotesi porta a pensare, naturalmente, che queste differenziazioni facciano parte di un meccanismo di selezione naturale. I ricercatori, tuttavia, credono che possa spiegarsi in altro motivo: i bambini, soprattutto quelli delle zone rurali, acquisiscono un’immunità innata dalla madre.