
Di solito quando un telescopio spaziale individua o realizza l’immagine di una stella quest’ultima si trova all’interno della Via Lattea e difficilmente si intercettano singole stelle al di fuori della nostra galassia. Tuttavia un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature,[1] mostra che individuare stelle singole lontane miliardi di anni luce non è un’impresa impossibile, anche con gli attuali telescopi.
Stella singola più lontana mai intercettata
Il team di ricercatori ha rilevato la stella, probabilmente singola, più lontana mai intercettata da uno strumento umano. La stella, molto grande e fino a 500 volte più massiccia del nostro Sole,[2] rappresenta, dunque, uno di quei rilevamenti record che mostrano ancora una volta che abbiamo osservato solo una piccolissima parte dell’universo osservabile.
Gli astronomi hanno calcolato che ora si trova alla distanza record di 28 miliardi di anni luce[2] e che la sua luce ha impiegato 12,9 miliardi di anni per raggiungere il nostro pianeta.[3]
A distanza del genere anche individuare singole galassie, ammassi con centinaia di miliardi di stelle, risulta molto difficile.
Metodo del microlensing gravitazionale
L’intercettazione è stata possibile grazie al lavoro degli astronomi del Cosmic Dawn Center del Niels Bohr Institute e del DTU Space. Anche in questo caso, così come avviene con oggetti così lontani, è stato usato il metodo del microlensing gravitazionale. Questo metodo si basa sui concetti della relatività di Einstein secondo la quale anche la luce può essere deviata, deformata e, a volte, ingrandita dagli oggetti molto massicci. E se un oggetto molto massiccio si trova tra noi e l’oggetto da osservare, la luce di quest’ultimo può diventare “intercettabile” con gli strumenti di cui disponiamo oggi.
Enorme ammasso di galassie ha fatto da “lente d’ingrandimento”
È stata, come rileva il comunicato dell’Università di Copenhagen, comunque di una fantastica coincidenza cosmica. A fare da “lente d’ingrandimento, è stato un ammasso di galassie denominato WHL0137-08. La Terra, questo enorme ammasso e la singola stella in questione si sono allineate perfettamente e ciò ha permesso alla luce della lontanissima stella di focalizzarsi verso la nostra direzione.
Grazie a nove ore di esposizione del telescopio spaziale Hubble, il team internazionale di astronomi ha rilevato la stella Earendel (“luce nascente” oppure “stella del mattino” da un’antica parola inglese).
Milioni di volte più luminosa del Sole
La stella è centinaia di volte più massiccia del Sole e probabilmente milioni di volte più luminosa. Quando si individuano oggetti così lontani lo scopo diventa sempre lo stesso: indagare l’universo primordiale. Dato che la luce ha impiegato migliaia di anni per raggiungerci, si può paradossalmente guardare indietro nel tempo e si possono acquisire dati molto importanti sulle prime fasi dell’universo.
Come spiega Victoria Strait, ricercatrice a Copenaghen e una delle autrici dello studio, quando la luce di Earendel è stata emessa, l’universo aveva solo 1 miliardo di anni, circa il 6% dell’età attuale.[4]
Nessun paradosso
Non è un paradosso il fatto che questa stella si trovi ora così distante e che l’universo abbia un’età di soli 13 miliardi di anni. Quando la stessa luce è stata emessa, infatti, la stella si trovava solo a 4 miliardi di anni luce di distanza da quella che era la proto-Via Lattea. Durante i miliardi di anni del suo percorso, però, l’universo si è espanso e così si spiegano i 28 miliardi di anni luce di distanza.[2]
Durante i quasi 13 miliardi di anni del viaggio della luce che ci ha raggiunto, l’universo si è espanso così tanto che al momento della scoperta della luce stessa, quindi nel nostro presente, la stella si trova a 28 miliardi di anni luce di distanza, come spiega la Strait.[4]
Telescopio Hubble ha ancora molto da dire
I ricercatori fanno notare che potrebbe trattarsi comunque di un sistema binario: a questa distanza è impossibile capire se si tratta di una coppia di stelle (o magari tre) oppure di una. In ogni caso si tratta comunque di un ricordo considerando singole fonti di luce. Tuttavia questa nuova scoperta mostra quanto il telescopio spaziale Hubble, che tante scoperte ha permesso e che tante immagini ci ha regalato, sia ancora molto attivo. Probabilmente ci fornirà tantissime nuove informazioni anche nel corso dei prossimi anni nonostante telescopi molto più potenti siano già stati messi in orbita o lo saranno nel corso dei prossimi anni.
Sarà osservata anche dal James Webb
Inoltre c’è una buona notizia: gli astronomi calcolano che il fenomeno del lensing gravitazionale permetterà a Earendel di rimanere visibile dalla Terra ancora per diversi anni. Questo vuol dire che potrà essere esaminata anche da altri telescopi, primo fra tutti il nuovo James Webb, proprio uno di quelli più potenti di Hubble.
Video
Note e approfondimenti
- A Highly Magnified Star at Redshift 6.2 (studio in PDF)
- Hubble spots most distant single star ever seen, at a record distance of 28 billion lightyears – Cosmic Dawn Center
- Record Broken: Hubble Spots Farthest Star Ever Seen | NASA
- Earendel star: Hubble Space Telescope sees most distant star ever, 28 billion light-years away – CNN in italiano