Individuato brillamento 10 miliardi di volte più potente di quelli del Sole proveniente da stella lontana 1300 anni luce

A sinistra la nebulosa di Orione, a destra la sua porzione che contiene la stella da cui è partito il superbrillamento, visibile nell'immagine in basso (credito: eaobservatory.org)

Un brillamento stellare 10 miliardi di volte più potente dei brillamenti del nostro Sole è stato scoperto grazie al James Clerk Maxwell Telescope (JCMT), telescopio con sede alle Hawaii.

Utilizzando la tecnologia radio ad alta frequenza del telescopio e sofisticate tecniche di analisi delle immagini, gli astronomi, guidati da Steve Mairs, hanno individuato una fiammata probabilmente causata dall’interruzione di un intenso campo magnetico che sta incanalando attivamente materiale sulla stella giovane e in crescita mentre quest’ultima ingloba massa inghiottendola dai suoi dintorni.

L’evento, catturato solo poche ore, è stato individuato nella nebulosa di Orione, una delle regioni di formazione stellare più prossime al nostro pianeta. Nello specifico il flare proviene dal sistema binario JW 566 distante 1326 anni luce.
La scoperta è stata fatta soprattutto grazie alla fotocamera super raffreddata del JCMT, conosciuta anche come “SCUBA-2”, che opera ad una temperatura di -273 °C.

Fonti e approfondimenti

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