
Per aumentare l’assunzione del farmaco da parte delle cellule tumorali, una cosa che aumenterebbe l’efficacia dei trattamenti chemioterapici, un team di ricercatori ha eseguito una nuova ricerca che ha pubblicato i propri risultati su Nature Nanotechnology.[1]
Far sì che i farmaci antitumorali abbiano maggiore effetto sulle cellule tumorali è infatti una cosa a volte difficile da ottenere. Una delle strategie messe in atto dagli scienziati è legare questi farmaci all’albumina, una delle proteine più presenti nel sangue. I tumori, infatti, per crescere hanno bisogno di nutrienti proteici e tendono a consumare albumina. In questo modo assumeranno anche i farmaci ad essa legati.[1]
Uno dei farmaci legati all’albumina più popolari è il paclitaxel con nanoparticelle legate all’albumina (nab-PTX); tuttavia, come fa notare Miles Miller, ricercatore nell’MGH Center for Systems Biology e assistente professore di Radiologia presso la Harvard Medical School, nonché uno degli autori dello studio, non tutti i pazienti rispondono a questo farmaco.
Per comprenderne le ragioni i ricercatori hanno fatto esperimenti sui topi e, usando la microscopia 3D e la tecnologia di pulizia dei tessuti, hanno scoperto che un quantitativo significativo di nab-PTX può essere assorbito dalle cellule tumorali. Hanno anche scoperto che il consumo di questo farmaco viene controllato dalle vie di segnalazione che regolano l’assorbimento di nutrienti, tra cui anche l’albumina, da parte delle cellule.[1]
Ran Li, il primo autore dello studio nonché docente presso il Dipartimento di Radiologia MGH, spiega che si tratta di una scoperta che “ha suggerito che se potessimo manipolare questi percorsi, potremmo essere in grado di ingannare le cellule tumorali in uno stato di fame di nutrienti, aumentando così il loro consumo di nab-PTX”.
Trattando i tumori con un inibitore del recettore del fattore di crescita insulino-simile 1, un componente di primo piano delle vie di segnalazione, migliorava infatti l’assorbimento di nab-PTX da parte delle cellule tumorali.
Si tratta di risultati che mostrano che ci sono nuove possibilità per migliorare l’assorbimento dei farmaci legati all’albumina da parte dei tumori e questo per quanto riguarda diverse tipologie di cancro, come spiega lo stesso Miller.[1]