Gli inibitori del cotrasportatore sodio glucosio 2 (SGLT2), farmaci usati per trattare il diabete di tipo 2, potrebbero diventare utili anche per ridurre il rischio di incorrere in gravi patologie renali secondo un nuovo studio descritto in un articolo pubblicato su BMJ.[1]
I ricercatori hanno usato i dati di 29.887 pazienti che usavano gli inibitori SGLT2 e di 29.887 pazienti che usavano da poco inibitori della dipeptidil peptidasi-4. I pazienti avevano un’età media di 61 anni.
Tra i vari dati c’erano anche quelli relativi ad eventuali eventi renali gravi. Le analisi dimostravano che l’utilizzo degli inibitori SGLT2, rispetto agli inibitori della DPP-4, poteva essere collegato ad un rischio più basso di eventi renali gravi: 2,6 eventi per 1000 anni-persona contro 6,2 eventi per 1000 anni-persona. Si tratta di un rischio relativo più basso del 58% di eventi renali gravi.
Altre analisi hanno poi dimostrato un abbassamento del rischio ancora più grande nei soggetti con malattie cardiovascolari sottostanti e malattia renale cronica (CKD).
Lo studio ha comunque dei limiti: innanzitutto è uno studio osservazionale che non può stabilire una causa diretta tra le statistiche rilevate e poi i soggetti provenivano tutti dalla Scandinavia e quindi risultati potrebbero differire per altre popolazioni, gruppi etnici o gruppi umani, come tra l’altro fa notare il ricercatore Steven Smith dell’Università della Florida in un editoriale pubblicato proprio per commentare questo studio.