
Un nuovo metodo, basato su una terapia iniettabile, per sfruttare particolari molecole onde invertire i danni di una paralisi procurata da lesioni del midollo spinale è stata creata da un team di ricercatori della Northwestern University. Nello studio, pubblicato su Science, i ricercatori spiegano i risultati dei test che hanno svolto sui topi paralizzati iniettando in questi ultimi un gel autoassemblante proprio nel punto della lesione nel midollo spinale. Gli stessi risultati sembrano molto promettenti.
Da cosa è composto il gel
Il gel è composto da particolari unità proteiche, denominate monomeri, le quali possono autoassemblarsi in catene relativamente lunghe, denominate fibrille supramolecolari, quando si trovano in un liquido.
Hanno iniettato questo gel nel midollo spinale delle zampe posteriori. Il gel stesso ha cominciato ad imitare quella matrice cellulare che si trova di solito intorno alle cellule e che forma una sorta di impalcatura per permettere alle cellule stesse di crescere.
Esperimenti sul 76 topi paralizzati
Hanno eseguito gli esperimenti sul 76 topi paralizzati dividendoli in due gruppi: quelli che ricevevano il trattamento, e quelli che ricevevano un trattamento placebo. I topi che ricevevano il particolare trattamento con il gel ricominciavano a camminare quattro settimane a seguito dell’iniezione a differenza dei topi del gruppo placebo.
Gli effetti del gel nel sito della lesione
Ulteriori analisi mostravano che il gel riusciva a rigenerare le parti terminali recise dei neuroni, denominate assoni. Inoltre notavano una netta diminuzione del tessuto cicatriziale, un costituente che di solito contrasta la rigenerazione e la riparazione.
Notavano, inoltre, una riformazione della mielina, una sorta di strato isolante sulla superficie degli assoni che permette di trasmettere segnali elettrici. Infine i vasi sanguigni nel sito della lesione ritornavano a funzionare normalmente e un maggior numero di motoneuroni sopravviveva.
Materiale rimanente si biodegradava
Lo stesso materiale che componeva il gel, dopo aver svolto la sua funzione, si biodegradava andando a formare sostanze nutritive per le stesse cellule di cui queste ultime usufruivano fino a 12 settimane dopo il trattamento. Ulteriori resti poi scomparivano senza effetti collaterali.
Terapia efficiente anche per umani?
Samuel I. Stupp, ricercatore della Northwestern che ha guidato il team di studio, lascia intendere che si tratta di una terapia che potrebbe impedire anche negli esseri umani di rimanere paralizzati a seguito di malattie o traumi, una delle più grandi sfide della medicina in quanto il sistema nervoso centrale non è molto efficiente in tema di rigenerazione. Ora i ricercatori vogliono rivolgersi alla FDA statunitense per ottenere il permesso onde sperimentare questa terapia anche sugli esseri umani.[1]