Quando si parla di inquinamento molto spesso pensiamo agli ambienti naturali degradati e influenzati dalla presenza umana. Tuttavia l’inquinamento è presente anche nelle nostre case e negli ambienti chiusi che frequentiamo quotidianamente e ci danneggia anche quando meno ce lo aspettiamo.
Uno studio apparso su Building and Environment tratta proprio questo aspetto: i ricercatori dell’Università Statale Washington hanno analizzato gli ambienti chiusi frequentati dalle persone, in primis le case statunitensi, ed hanno trovato livelli abbastanza preoccupanti di inquinanti. Tra questi ultimi hanno infatti trovato formaldeide e mercurio all’interno delle case analizzate.
I livelli di questi inquinanti variavano durante il giorno e i loro effetti aumentavano con l’aumentare della temperatura. Lo studio mostra infatti che le date di calore e i cambiamenti climatici in corso influenzano pesantemente la qualità dell’aria negli ambienti chiusi e lo faranno ancora di più in futuro.
Ad esempio in una casa costruita nei primi anni 70 hanno trovato un pannello di gesso che emetteva alti livelli di formaldeide e di mercurio quando veniva riscaldato.
Al momento non esiste praticamente alcuna regolamentazione per quanto riguarda l’inquinamento all’interno delle case, a differenza dell’inquinamento esterno, ad esempio per quello atmosferico, per il quale leggi sempre più severe vengono proposte dalle istituzioni.
Ci sono regolamenti per quanto riguarda la costruzione delle case e la loro struttura ma nulla per quanto riguarda i tassi di emissione che esistono all’interno, tassi di emissione ben presenti come rileva questo studio.
Le fonti di queste emissioni sono varie. Gli agenti inquinanti possono provenire dagli stessi materiali di costruzione nonché dai prodotti chimici utilizzati per la casa o per la cucina. L’unico modo per tentare di contrastare il problema, oltre afare attenzione ai prodotti chimici utilizzati per la casa, è areare regolarmente le stanze lasciando aperte finestre e balconi.