
L’inquinamento atmosferico procurato dall’ozono può essere collegato a probabilità più grandi di sviluppare fibromi per le donne di colore secondo quanto riporta un nuovo articolo su WebMD.[1]
Lo studio
Un team di ricercatori ha infatti analizzato l’influenza che tre inquinate atmosferici (particolato più piccolo di 2,5 micron (PM2,5), biossido di azoto (NO2) e ozono) possono avere sulle donne nere. I ricercatori scoprivano che quelle esposte a livelli più alti di ozono mostravano una probabilità più grande del 35% di sviluppare le escrescenze non cancerose dentro all’utero e intorno ad esso. Questo collegamento risultava ancora più forte per quelle donne con un’età più bassa di 35 anni e per quelle che avevano già partorito, riferisce il comunicato. Il collegamento non sembrava sussistere per gli inquinanti PM2,5 o NO2.[1]
Collegamento tra l’inquinamento atmosferico e i fibromi
Lo studio, pubblicato sulla rivista Human Reproduction, si aggiunge ad altri che già hanno suggerito l’esistenza di un collegamento tra l’inquinamento atmosferico e i fibromi. Tuttavia, come spiega Amelia Wesselink, una professoressa della Boston University School of Public Health e autrice dello studio, questi risultati sono i primi a trattare questo collegamento nelle donne nere. Era già noto, infatti, il fatto che le donne nere sembrano essere colpite in maniera sproporzionata dai fibromi, come spiega la ricercatrice.[1]
Dati di 56 città e di 22.000 donne nere in premenopausa
I ricercatori hanno analizzato i dati relativi all’inquinamento atmosferico di 56 città statunitensi e quelli relativi a circa 22.000 donne nere in premenopausa residenti in queste città. Le donne erano state seguite per 14 anni e durante questo periodo il 30% di loro riferiva di aver avuto una diagnosi di fibroma.
Il collegamento tra l’inquinamento da ozono nell’atmosfera e l’aumento di rischio di fibromi nelle donne nere non è ancora chiaro, spiega la Wesselink. Forse c’è un meccanismo che riguarda l’ozono ancora sconosciuto.[1]