Le persone affette da secchezza oculare non otterrebbero vantaggi significativi dell’assunzione orale di integratori di acidi grassi omega-3 secondo uno studio finanziato dal National Eye Institute (NEI) statunitense.
La secchezza oculare è una patologia dell’occhio che caratterizza la pellicola vitrea della pupilla. Nei casi più gravi può portare ad una compromissione forte della vista.
Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha analizzato gli effetti degli integratori derivate dall’omega-3 contenuto negli animali, in particolare nel pesce. Il mercato di questi integratori muove più di un miliardo di dollari solo negli Stati Uniti secondo lo studio.
Secondo Maryann Redford, una delle autrici della ricerca, “La sperimentazione fornisce la prova più affidabile e generalizzabile finora sull’integrazione di omega-3 per la malattia dell’occhio secco”. La ricerca mostra inoltre che “gli integratori di omega-3 non sono migliori del placebo per i pazienti tipici che soffrono di secchezza oculare”.
Lo studio si è avvalso dell’analisi di 535 partecipanti affetti da secchezza oculare per almeno sei mesi. Alcune di esse assumevano 3 g al giorno di acidi grassi omega-3 derivati dal pesce in cinque capsule mentre altre assumevano 5 g al giorno di olio di oliva (all’incirca un cucchiaino) per la prova placebo.
Non sono state notate differenze significative tra i due gruppi in termini di miglioramento per quanto riguarda la secchezza oculare.