
L’intelligenza artificiale pervade sempre di più il comparto relativo alla prevenzione medica. Una ricerca apparsa su PLOS One descrive le modalità con cui un gruppo di ricercatori dell’Università di Nottingham in Inghilterra sono riusciti ad utilizzare un algoritmo informatico per determinare quali pazienti erano ad alto rischio di attacco di cuore.
L’infarto resta una delle cause primarie per quanto riguarda il tasso di mortalità degli esseri umani e l’unico modo per contrastarlo resta la prevenzione.
Lo studio ha utilizzato vari registri medici che contenevano i dati relativi a più di 300.000 pazienti. Dopo aver sottoposto questa grande quantità di dati al computer, l’algoritmo riusciva a prevedere gli attacchi cardiaci con una precisione del 7,6% maggiore rispetto ai metodi standard utilizzati dai medici.
Inoltre, tramite lo stesso algoritmo, si andava ad individuare anche quei pazienti per i quali era stato inutilmente prescritto un determinato farmaco del quale potevano fare a meno.
L’algoritmo, che considera anche le interazioni tra i vari farmaci associati al rischio di malattie cardiache, può, secondo i ricercatori coinvolti nel progetto, prevedere infarti fino a 10 anni nel futuro.
Il dottor Stephen Weng, un ricercatore presso l’Università di Nottingham e uno degli autori della ricerca, tiene però specificare alla NBC News che questi algoritmi non sostituiranno mai il parere di un medico in quanto nessun computer o intelligenza artificiale, almeno fino ad ora, è in grado di comprendere eventuali particolari situazioni come quelle relative ad un particolare momento di nervosismo del paziente, ad esempio dopo un colloquio di lavoro, che può influire in maniera sostanziale sui dati medici di quel momento e quindi sull’eventuale prevenzione.