
Per quanto riguarda la categoria “professioni realizzati da robot o intelligenze artificiali ” questa ci mancava. Secondo Eyal Grayevsky di Mya Systems il software sviluppato dalla sua azienda può realmente aiutare medie e grandi aziende a valutare in maniera molto più veloce un candidato nel corso di un colloquio di lavoro.
Se già state immaginando androidi che spazientiti pongono domande agli aspiranti lavoratori seduti ad una scrivania, non fate il passo più lungo della gamba: si tratta di un software che pone alcune domande in quella che può essere catalogata come una conversazione a scopo conoscitivo o un primo colloquio di lavoro.
L’interazione avviene on-line e le domande poste dal cahtbot valutano l’interesse del candidato per la posizione lavorativa scoperta o scoprono dettagli sulle esperienze precedenti. Qualcosa che, molto probabilmente, può essere anche automatizzato a ben vedere.
Si tratta di un metodo per velocizzare la prima fase, ossia quella del primo contatto: l’algoritmo può infatti eseguire una fase di “scrematura”, ossia decidere in maniera molto veloce quali sono i candidati più adatti a poter passare alla seconda fase, quella di un colloquio con un dirigente in carne ed ossa.
Si tratta di un metodo, dunque, per velocizzare quei processi molto spesso automatizzabili, proprio perché ripetitivi, e per permettere ai dipendenti di un’azienda, in questo caso a quelli addetti al reclutamento di nuovi lavoratori, di passare un quantitativo di tempo maggiore su compiti e e azioni più proficue o importanti.