Intelligenza artificiale scopre e categorizza lesioni cerebrali

Credito: kalhh via Pixabay, 1058432

L’intelligenza artificiale e i suoi algoritmi continuano ad essere utilizzati in maniera sempre più massiva nel campo della medicina e della prevenzione nonché dell’identificazione delle diverse patologie. È il caso anche di un team di ricercatori dell’Università di Cambridge e dell’Imperia College di Londra i quali hanno testato nuovi algoritmi di intelligenza artificiale per eseguire scansioni dei cervelli umani e per scoprire e rilevare nonché quantificare e differenziare diverse tipologie di lesioni cerebrali.
Ne parla il nuovo studio pubblicato su The Lancet Digital Health.

Secondo i ricercatori, questi nuovi algoritmi potrebbero essere utilizzati per trattamenti maggiormente personalizzati onde curare e trattare le lesioni alla testa. Queste ultime rappresentano infatti uno degli oneri maggiori per la salute pubblica in tutto il mondo e si stima che riguardino più di 60 milioni di persone ogni anno. Inoltre le lesioni alla testa rappresentano la causa principale di morte tra i giovani. Per verificare la loro esistenza, viene utilizzato il sistema dellaTAC che, pur essendo uno strumento diagnostico molto importante, in diversi casi non può fornire informazioni che, per le lesioni alla testa, sono fondamentali come il volume della lesione, la sua precisa posizione e la tipologia, come spiega David Menon, del Dipartimento di Medicina di Cambridge, uno degli autori dello studio.

“La valutazione dettagliata di una TAC con annotazioni può richiedere ore, soprattutto nei pazienti con lesioni più gravi”, spiega Virginia Newcombe, anch’essa ricercatrice a Cambridge e una delle autrici dello studio. “Volevamo progettare e sviluppare uno strumento in grado di identificare e quantificare automaticamente i diversi tipi di lesioni cerebrali in modo da poterlo utilizzare nella ricerca ed esplorare il suo possibile utilizzo in ambito ospedaliero”.
Anche in questo caso si tratta di uno strumento di deep learning basato su una rete neurale artificiale. Il software è stato “addestrato” con i dati di 600 diverse scansioni cerebrali. L’algoritmo è poi stato testato e convalidato su altri set di dati. In questo caso l’intelligenza artificiale era capace di riconoscere le varie tipologie di lesioni.

“Speriamo che ci aiuti a identificare quali lesioni si ingrandiscono e progrediscono e a capire perché progrediscono, in modo da poter sviluppare un trattamento più personalizzato per i pazienti in futuro”, spiega ancora Menon.
Un algoritmo come questo potrebbe rivelarsi utile per capire quali sono quei pazienti che, dopo una lesione alla testa, necessitano di trattamenti ulteriori, ad esempio se la lesione alla testa ha portato anche ad una lesione cerebrale, il tutto anche nel contesto di un pronto soccorso.

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