Intossicazioni alimentari prevenibili con virus mangiatori di batteri

Credito: Lukiyanova Natalia frenta, Shutterstock, ID: 2021584283

Le intossicazioni alimentari potrebbero essere prevenuta con l’utilizzo di virus che sono soliti mangiare batteri, un metodo tra l’altro utilizzato anche per l’assistenza sanitaria. Di questo parere è un gruppo di ricercatori dell’Università di Helsinki che ha studiato in particolare i virus batteriofagi o fagi. Questi ultimi stanno cominciando a rivestire un’importanza non di poco conto a seguito delle sempre più frequenti scoperte di antibiotici che diventano inutili a seguito di mutazioni degli stessi batteri.

In collaborazione con un gruppo di ricercatori dell’Università Nazionale di Seul, Mikael Skurnik ha preso quindi in considerazione l’idea di utilizzare i batteriofagi per uccidere e sradicare definitivamente gli agenti patogeni in campo alimentare.
A tale scopo ricercatori hanno studiato in particolare il batterio Yersinia enterocolitica che provoca la yersiniosi. Quest’ultima, nel contesto alimentare, viene trasmessa soprattutto da carne di maiale non ben cotta o addirittura cruda e, molto più raramente, dal latte. Tuttavia casi, sebbene più rari, di infezioni possono verificarsi anche con l’utilizzo di utensili da cucina che sono stati a contatto con gli elementi di cui sopra.

Tra i sintomi ci sono febbre forte, dolori addominali, diarrea e, in casi più rari, artrite.
I ricercatori sono riusciti dunque ad identificare fino a quattro batteriofagi che riescono a sradicare lo Yersinia enterocolitica e il più efficace di esso è l’fHe-Yen9-01.
Per testarlo i ricercatori hanno inoculato lo Yersinia enterocolitica all’interno di carne di maiale o latte e quindi hanno inoculato negli stessi alimenti il fago fHe-Yen9-01. Il trattamento è stato efficace nell’inibire la crescita dei batteri negli alimenti secondo Skurnik.
Gli stessi test sono stati poi eseguiti anche su utensili da cucina tra cui taglieri di legno o di plastica, coltelli e guanti e anche in questo caso si è avuto lo stesso effetto.

Fonti e approfondimenti

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