Alcuni animali possono mostrare un livello di brillante iridescenza e di lucentezza di aree del loro corpo che per molto tempo ha incuriosito gli scienziati. Sappiamo che le colorazioni molto sgargianti o comunque inusuali di diversi animali hanno una sorta di funziona “ingannevole”, cosa necessaria per sfuggire a molti predatori. Tuttavia come questa caratteristica abbia caratterizzato, in una sorta di evoluzione “parallela”, molte specie animali non è una questione chiarita del tutto.
L’iridescenza animale
L’iridescenza animale, come spiegano i ricercatori nello studio, è il cambiamento della tonalità del colore della zona esterna del corpo con l’angolo di visione. Serve come forma di mimetizzazione. Si tratta di una forma di difesa dai predatori che permette alle prede di non far ricorso a difese secondarie come delle spine acuminate oppure delle tossine.
Scarabeo gioiello (Sternocera aequisignata))
Un nuovo studio, condotto da ricercatori del CamoLab dell’Università di Bristol, si concentra su questa caratteristica relativa allo scarabeo gioiello (Sternocera aequisignata)). Questo insetto vanta delle elitre di colore verde metallizzato e con un certo livello di brillantezza che ne fanno una delle caratteristiche principali della specie. L’insetto può raggiungere una lunghezza di 30-50 mm ed è presente soprattutto in varie aree dell’Asia meridionale tra cui Vietnam, Thailandia, Myanmar e India.
L’esperimento dei ricercatori
Il team di ricercatori, che già in precedenza aveva fatto una scoperta interessante (l’iridescenza di diversi animali è un metodo per mimetizzarsi molto efficiente) ha voluto analizzare le proprietà ottiche della stessa iridescenza per capire come le prede potessero proteggersi dai predatori in rapporto anche alla lucentezza.
Hanno dunque presentato vari di questi coleotteri, sia iridescenti che non, a varie prede, sostanzialmente uccelli che avevano già predato questa specie oppure che non avevano mai fatto.
Scoperte
Scoprivano che effettivamente i coleotteri iridescenti venivano attaccati di meno dagli uccelli. E non era il numero dei colori in sé rappresentare il fattore principale di contrasto ai predatori ma era l’Iridescenza. Scoprivano inoltre che la lucentezza, parallelamente all’iridescenza, mostra un effetto indipendente proteggendo anch’essa la preda, finanche dopo il rilevamento, come spiega Karin Kjernsmo, ricercatrice della scuola di scienze biologiche a Bristol e autrice principale dello studio. Entrambe le caratteristiche rendevano i predatori più esitanti.
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Note e approfondimenti
- Beetle iridescence induces an avoidance response in naïve avian predators – ScienceDirect (DOI: 10.1016/j.anbehav.2022.04.005)