
Una delle sfide principali per quanto riguarda la stampa 3D e in generale la costruzione di materiali resistenti è stata quella relativa ai tentativi di imitare la natura. Quest’ultima, come fa ad esempio con il legno oppure con le ossa o con le conchiglie, è capace di “costruire” materiali molto resistenti con strutture particolari che combinano densità e leggerezza con alcune importanti proprietà meccaniche come la rigidità e la resistenza.
Riprodurre queste proprietà è sempre risultato, però, impegnativo. Una nuova ricerca, Pubblicata su PNAS e condotta da un gruppo di ricercatori della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (SEAS), dimostra però che possibile, attraverso un nuovo metodo di stampa 3D, disporre microfibre all’interno di matrici polimeriche e così programmare letteralmente l’orientamento di queste stesse fibre, ad esempio, in posizioni specifiche.
In tal modo è possibile creare materiali che abbiano le stesse capacità e proprietà di cui sopra.
Questo nuovo metodo si serve di un particolare ugello stampante che programma la disposizione delle fibre incorporandole nei polimeri attraverso quello che è, ai fatti, un sistema rotante, denominato dagli stessi inventori “stampa 3D rotazionale”.
Secondo Brett Compton, uno degli autori della ricerca, “Piuttosto che utilizzare campi magnetici o elettrici per orientare le fibre, controlliamo il flusso dell’inchiostro viscoso stesso per conferire l’orientamento della fibra desiderato.”
Fonti e approfondimenti
- Novel 3D printing technique yields high-performance composites | Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (IA)
- Crediti immagine: Brett Compton/SEAS
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