Larve di un coleottero sgranocchiano plastica: possono vivere di solo polistirene

Credito: Evanherk at Dutch Wikipedia, Wikimedia Commons, Creative Commons — Attribution-ShareAlike 3.0 Unported — CC BY-SA 3.0

Un team di ricercatori dell’Università di Qusensland ha effettuato alcune interessanti analisi che infondono nuove speranze in relazione alla possibilità che un giorno si possa riciclare la plastica, anche su larga scala, utilizzando gli esseri viventi. I ricercatori hanno analizzato le larve del coleottero Zophobas morio. Queste larve sembrano gradire fortemente il polistirene. Gli studi sono stati effettuati dal team del ricercatore Chris Rinke della School of Chemistry and Molecular Biosciences dell’università australiana.

Larve del coleottero Zophobas morio

Le larve del coleottero Zophobas morio sono conosciute (in lingua inglese) anche come “supervermi”. Sono già abbastanza diffuse nel settore dei rettili da compagnia perché vengono usate come alimenti (in particolare insieme ai vermi della farina giganti, le larve di Tenebrio molitor). La scoperta che queste larve possono digerire la plastica e sostentarsi di schiuma di polistirene è stata fatta per la prima volta nel 2016.

I nuovi esperimenti

I ricercatori hanno svolto degli esperimenti in laboratorio con le larve di Zophobas morio dividendo diversi esemplari in vari gruppi nutriti per tre settimane con alimenti diversi. Uno dei gruppi veniva alimentato con la schiuma di polistirene. I ricercatori scoprivano che le larve nutrite solo con polistirene non solo riuscivano a sopravvivere ma stavano anche bene, anzi aumentavano di peso, come spiega lo stesso Rinke. Si tratta di una prova evidente del fatto che queste larve possono trarre la propria energia dal polistirene.

Specifici microbi nei loro intestini

Molto probabilmente ci riescono grazie a specifici microbi nei loro intestini. I ricercatori vogliono ora analizzare gli enzimi utilizzati negli intestini di queste larve per capire come sfruttarli nell’industria della degradazione dei rifiuti di plastica.

“Mini impianti di riciclaggio”

Secondo Rinke le larve di Zophobas morio possono essere considerate come dei “mini impianti di riciclaggio”: degradano il polistirene sminuzzandolo prima con la bocca e poi mandandolo ai batteri nell’intestino. Qui avvengono delle reazioni grazie alle quali il corpo delle larve riesce a trarre l’elegia di cui ha bisogno per sopravvivere. Secondo Rinke le opportunità per la biodegradazione dei rifiuti di plastica sono molte e proprio per questo lui e il suo team vogliono capire se questo processo biologico possa essere portato ad un livello tale da poter essere sfruttato da un vero impianto di riciclaggio.

Note e approfondimenti

  1. Superworms capable of munching through plastic waste – UQ News – The University of Queensland, Australia
  2. Insights into plastic biodegradation: community composition and functional capabilities of the superworm (Zophobas morio) microbiome in styrofoam feeding trials | Microbiology Society (DOI: 10.1099/mgen.0.000842)
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