
Un gruppo di ricerca dell’Università di Heidelberg ha utilizzato un nuovo approccio per capire come si diffonde il virus dell’immunodeficienza umana (HIV).
La diffusione di questo virus è stata studiata in laboratorio quasi sempre in provetta tramite colture cellulari bidimensionali, situazioni che non sempre rispecchiano quelle molto più complesse che si verificano nel corpo umano.
Il gruppo di studio ha utilizzato sistemi innovativi di coltura cellulare nonché complesse simulazioni al computer per capire la diffusione dell’HIV in un ambito tridimensionale, un ambito più simile a quello dei tessuti umani.
Con questo metodo i ricercatori hanno potuto monitorare con attenzione le cellule T CD4, considerate come il tipo di cellula preferito dall’HIV, in un ambiente molto simile a quella del corpo umano per diverse settimane.
Dopo aver compreso il comportamento delle cellule in ambiente tridimensionale, lo hanno simulato al computer e sono riusciti a fare previsioni importanti processi chiave coinvolti nella diffusione dell’HIV-1.
I ricercatori hanno alla fine scoperto che la struttura dei tessuti costringe il virus a diffondersi attraverso il contatto diretto cellula-cellula.
I ricercatori hanno anche stimato il lasso di tempo minimo necessario per i contatti tra le cellule affinché avvenisse la trasmissione dell’infezione, come spiega Frederik Graw del Centro BioQuant dell’Università di Heidelberg.
Lo studio è stato quindi pubblicato su Nature Communications.
Naturalmente ricercatori sperano che questi risultati possono essere di utilità per nuovi approcci terapeutici contro l’Hiv.
Approfondimenti
- HIV Spreads Through Direct Cell-To-Cell Contact – Heidelberg University (IA)
- Experimental and computational analyses reveal that environmental restrictions shape HIV-1 spread in 3D cultures | Nature Communications (IA) (DOI: 10.1038/s41467-019-09879-3)
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