Ma siamo davvero la prima civiltà avanzata esistita sul nostro pianeta?

Illustrazione ironica che prende in considerazione l'ipotesi di una civiltà intelligente, magari formata da rettili evolutisi, esistita prima di noi (credito: University of Rochester / Michael Osadciw).

Come è ben noto le tracce di una civiltà, per quanto intelligente o avanzata possa essere, tendono poi a scomparire con il passare del tempo. E per “tempo” intendiamo milioni se non miliardi di anni. In periodi di tempi così lunghi, anche una civiltà come la nostra potrebbe lasciare ben pochi segni per indicare la propria presenza ad una eventuale civiltà del futuro, ad esempio una extraterrestre proveniente da un altro pianeta.
Tuttavia non è ancora ben chiaro quale sia il punto oltre il quale le tracce risulterebbero pressoché indelebili, ossia riconoscibili anche dopo centinaia di milioni o miliardi di anni. È stato per esempio suggerito che le tracce che stiamo lasciando con l’inquinamento atmosferico saranno comunque riconoscibili anche tra milioni e milioni di anni, ma si tratta di un argomento ancora molto dibattuto.

E se fosse esistita una civiltà antecedente alla nostra?

È proprio su questo argomento che un nuovo interessante studio è stato pubblicato sull’International Journal of Astrobiology. Nella ricerca si prende in particolare in considerazione l’ipotesi di una civiltà intelligente esistita prima della nostra, ossia prima dell’avvento dell’uomo in quanto essere vivente specifico. Il fatto che non abbiamo mai rilevato tracce di una ipotetica civiltà intelligente precedente alla nostra, non sta a significare automaticamente che essa non è mai esistita.
Come specifica anche Adam Frank, professore di fisica e astronomia all’Università di Rochester, uno degli autori dello studio, la domanda su cui si poggia l’intera ricerca è: “Quali impronte geologiche lasciano le civiltà? È possibile rilevare una civiltà industriale nelle registrazioni geologiche una volta che scompare dalla faccia del suo pianeta ospite?”.

L’ipotesi del Siluriano

A questo punto gli scienziati hanno ipotizzato l’esistenza di una civiltà intelligente, nata e sviluppatasi sulla Terra, precedente alla nostra e non collegata con la nostra linea evolutiva. In questa ipotesi, denominata dagli stessi ricercatori “ipotesi del Siluriano” (Silurian Hypothesis), si prende in considerazione l’influenza che la civiltà può avere sull’ambiente circostante attraverso il suo utilizzo dell’energia.
È ciò che sta accadendo, tra l’altro, anche a noi esseri umani: stiamo entrando in un’era che qualcuno ha denominato “Antropocene”, ossia un periodo in cui l’attività umana sta fortemente influenzando l’ambiente, forse in maniera quasi indelebile e quindi lasciando tracce riconoscibili anche a distanza di milioni o miliardi di anni.

Le prove “indelebili”

Queste prove “indelebili”, secondo lo stesso Frank e secondo Gavin Schmidt, direttore del NASA Goddard Institute for Space Studies, altro autore dello studio, sarebbero rappresentate perlopiù da quattro fattori: il riscaldamento globale, l’agricoltura e l’erosione del suolo che ne consegue, la produzione di materie plastiche e di inquinanti sintetici e una guerra nucleare (questo è l’unico degli eventi ipotetici messi sul tavolo).
Paradossalmente, e prendendo in considerazione periodi di milioni di anni, la sostenibilità, ossia l’utilizzo di energie provenienti da sistemi che non utilizzano fonti non rinnovabili, lascerebbe meno prove della nostra esistenza rinvenibili da eventuali civiltà future, extraterrestri e non.

Qualcuno saprà mai che siamo esistiti?

Tuttavia tracce riconoscibili che potrebbero indicare la nostra esistenza ad eventuali civiltà del futuro potrebbero essere comunque scoperte analizzando gli isotopi di elementi come il carbonio, dato che, finora, abbiamo già bruciato quantità enormi di combustibili fossili rilasciando nell’atmosfera centinaia di miliardi di tonnellate di carbonio proveniente da carbone, petrolio e gas naturale.
E ancora potrebbero essere rilevabili nei sedimenti terrestri le tracce provenienti dai fertilizzanti azotati creati tramite la fissazione dell’azoto.
Inoltre, dato che comunque stiamo provocando estinzioni di massa di varie specie animali, queste stesse estinzioni sarebbero forse rilevabili attraverso i fossili.

Fonti e approfondimenti

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