
Un team di ricercatori ha trovato prove interessanti che collegano l’antico debole campo magnetico della Terra alla proliferazione della vita durante il periodo Ediacarano, da quasi 635 a 541 milioni di anni fa. Pubblicato su Nature Communications Earth & Environment dall’Università di Rochester, lo studio esplora come queste fluttuazioni geomagnetiche avrebbero potuto essere fondamentali nell’aumento dei livelli di ossigeno, supportando così forme di vita complesse.
Secondo John Tarduno, un ricercatore chiave, questi cambiamenti potrebbero aver permesso ad organismi più avanzati, in particolare alla grande e mobile fauna ediacarana, di prosperare.
Investigando il nucleo della Terra alla ricerca di indizi
Scavando in profondità nel passato geologico della Terra, il team di ricerca ha applicato metodi innovativi per analizzare il magnetismo conservato in minerali antichi. Queste analisi hanno rivelato che il campo magnetico durante il periodo Ediacarano era notevolmente debole, fino a 30 volte meno intenso del campo odierno. Questo prolungato periodo di debolezza, durato almeno 26 milioni di anni, probabilmente ha facilitato la fuga degli atomi di idrogeno dall’atmosfera terrestre, riducendo la loro reazione con l’ossigeno e aumentando potenzialmente l’ossigeno disponibile per processi biochimici complessi.
Una svolta cruciale nella storia dell’evoluzione
Le implicazioni di queste scoperte sono vaste. “Se il campo straordinariamente debole fosse continuato oltre l’Ediacarano, la Terra ora potrebbe essere un mondo più secco e meno ospitale”, osservò Tarduno. La ricerca del suo team sottolinea l’importanza dei campi magnetici non solo nel proteggere la Terra dalle radiazioni solari, ma anche nel determinare cambiamenti evolutivi significativi. Nel periodo Cambriano che seguì, il campo magnetico si era rafforzato, in coincidenza con un’ulteriore esplosione della diversità e della complessità delle forme di vita.