
Il mal di schiena cronico può essere causato dalla degenerazione di dischi collocati tra le vertebre. Si tratta di piccoli dischi che servono per attutire e sostenere le stesse vertebre. Ciò accade soprattutto con l’invecchiamento e si pensa sia una delle cause principali della lombalgia, come rileva un nuovo comunicato della Thomas Jefferson University.[1]
Degenerazione discale
Uno studio, pubblicato su Nature Communications, mostra un nuovo interessante approccio per quanto concerne la prevenzione della degenerazione (degenerazione discale) correlata all’età, una cosa che a sua volta potrebbe essere un nuovo trattamento per il mal di schiena cronico.[1]
Opzioni per i dischi intervertebrali che degenerano
Quando i dischi intervertebrali cominciano a degenerare, c’è anche un livello bassissimo di rigenerazione, come spiega Makarand Risbud, un professore in chirurgia ortopedica della suddetta università che ha realizzato lo studio insieme ai colleghi.
Tra le opzioni per trattare la lombalgia legata alla degenerazione del disco ci sono la chirurgia oppure le iniezioni di steroidi ma molti pazienti non arrivano a soddisfare i criteri necessari affinché possano essere sottoposti alla chirurgia mentre le iniezioni di steroidi epidurali a volte non funzionano bene.
Esperimenti sui topi
Come metodo non invasivo per trattare il mal di schiena derivato da degenerazione del disco, un metodo che non si fa ad antidolorifici come gli apioli, i ricercatori hanno svolto esperimenti sui topi giovani, di mezz’età ed anziani. Hanno somministrato a questi tre gruppi un cocktail di farmaci senolitici (dasatinib e quercetina) ogni settimana tramite iniezioni.
I ricercatori scoprivano che questo trattamento aveva maggiori benefici sui topi più giovani e faceva da prevenzione contro la degenerazione del disco. I topi giovani e quelli di mezz’età mostravano comunque un livello di degenerazione del disco minore e un livello minore di cellule senescenti una volta che raggiungevano un’età avanzata rispetto ai topi di controllo (trattati con placebo).
Farmaci senolitici
“Avevamo previsto che nei tessuti con molta senescenza, rimuovere le cellule senescenti avrebbe fatto una grande differenza, ma non è stato così”, ha detto il dott. Risbud. “La terapia è stata più efficace quando abbiamo iniziato a trattare i topi quando quelle cellule senescenti stavano appena iniziando a emergere. I nostri risultati mostrano che, se somministrati precocemente, i farmaci senolitici possono effettivamente rallentare la degenerazione del disco”, soprattutto in chiave preventiva, spiega Risbud.[1]