
L’attività fisica può prevenire lo sviluppo della malattia di fegato grasso secondo uno studio condotto da ricercatori di vari istituti tedeschi pubblicato su Molecular Metabolism.[2]
Come riferisce il comunicato del Centro tedesco per la ricerca sul diabete (DZD), l’esercizio sembra favorire nettamente diversi adattamenti molecolari, soprattutto dei mitocondri nel fegato.[1]
Malattia del fegato grasso
La malattia del fegato grasso, conosciuta anche come malattia epatica non alcolica (o con l’acronimo NAFLD dall’inglese “Non-alcoholic fatty liver disease”) è una malattia che colpisce il fegato. Il comunicato del DZD riferisce che le persone che soffrono di questa patologia spesso vanno incontro anche al diabete di tipo 2 e a un rischio più grande di cirrosi epatica e di malattie cardiovascolari.
In generale, comunque, la NAFLD può essere collegato con un livello di mortalità più alto. Si crede che la causa di base della patologia risieda in uno squilibrio tra l’assunzione di energia e il suo consumo. Si creano depositi di grasso del fegato e ciò non permette un buon funzionamento dei mitocondri.[1]
Esperimenti su topi
I ricercatori hanno svolto esperimenti su topi nutriti con una dieta con un alto contenuto energetico. Parte dei topi, poi, doveva poi effettuare anche un regolare esercizio fisico su un tappeto rullante.
Regolazione benefica degli enzimi nel fegato
Dopo sei settimane, i ricercatori eseguivano le analisi del fegato e dei muscoli scoprendo che i topi che avevano effettuato l’allenamento potevano contare su una maggiore regolazione benefica degli enzimi della degradazione del glucosio e il fruttosio nel fegato.
Miglior metabolismo del piruvato mitocondriale
Mostravano, inoltre, un miglior metabolismo del piruvato mitocondriale cosa che apportava un carico minore per la respirazione mitocondriale per la sintesi dei lipidi.
Il fegato dei topi che avevano effettuato l’allenamento immagazzinava, alla fine, meno grasso e produceva un quantitativo più basso di lipidi come i digliceridi.
Miglior controllo del livello di glucosio
I topi che si erano allenati, infine, mostravano un miglior controllo del livello di glucosio e una più ampia capacità respiratoria dei muscoli scheletrici.[1]