Malattia del rene policistico autosomico dominante, scienziati scoprono che melatonina potrebbe rivelarsi utile

Abstract grafico dello studio (credito: DOI: 10.3390/molecules25225477, Molecules)

Un team di ricercatori ha scoperto che la melatonina, un ormone che di solito ha un ruolo per quanto riguarda i cicli sonno-veglia, può rivelarsi utile contro la malattia del rene policistico, almeno per quanto riguarda gli esperimenti fatti sui moscerini della frutta. Gli scienziati credono che questa scoperta potrebbe a sua volta rivelarsi utile per quanto riguarda le modalità con cui vengono trattate, negli esseri umani, determinate malattie renali, cosa che potrebbe, tra le altre cose, diminuire il bisogno di trapianto di rene in molti soggetti.

Gli esperimenti sui moscerini vengono descritti in un nuovo studio apparso su Molecules. Nel corso degli esperimenti i ricercatori hanno scoperto che la melatonina riduceva le cisti nei tubuli renali nel corpo dei moscerini della frutta (Drosophila o drosofila) con mutazione del gene Bicaudal C. Quest’ultima è una mutazione che causa cisti renali in moltissimi esseri viventi, anche negli esseri umani.
Si tratta di tubuli, tra l’altro, che si trovano anche nel corpo di mammiferi complessi, tra cui anche l’uomo. Proprio negli esseri umani vengono chiamati “nefroni”.

I ricercatori sperano soprattutto che questi risultati possano essere utili per il trattamento della malattia del rene policistico autosomico dominante (ADPKD), una delle due tipologie in cui si divide la malattia del rene policistico (PKD). “Dal punto di vista biologico, questo ha un grande potenziale che ovviamente svilupperemo”, spiega Chiara Gamberi, assistente professoressa associata di biologia alla Concordia University, una delle autrici dello studio insieme a Cassandra Millet-Boureima.

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