Malattia infiammatoria intestinale: patatine fritte, biscotti, formaggi bibite gassate tra gli alimenti più associati

Formaggio, patatine fritte, biscotti, bibite gassate, energetiche e sportive: sono queste gli alimenti in comune che un team di ricercatori ha trovato in un gruppo di adulti statunitensi con malattia infiammatoria intestinale. È quanto descritto in un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università Statale della Georgia.

Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno utilizzato lo studio longitudinale National Health Interview Survey 2015 per capire come le diete possono influenzare questa patologia intestinale e sono giunti alla conclusione che quegli alimenti notoriamente indicati come “cibo spazzatura” sono quelli più collegabili alla malattia infiammatoria intestinale.
Quest’ultima è caratterizzato da un’infiammazione a livello cronico del tratto gastrointestinale ed è abbastanza comune: solo negli Stati Uniti colpisce 3 milioni di persone adulte.

La malattia può mostrarsi sotto due forme che hanno due nomi diversi: la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. Tra i sintomi più comuni sono la diarrea, dolore addominale, sanguinamento del retto o sangue nelle feci.
I ricercatori scoprivano inoltre che le persone più soggetti a questa malattia bevevano meno succo di frutta al 100%. Tra gli alimenti meno associati alla malattia c’erano anche il latte e i pop-corn.

“Mentre gli alimenti tipicamente etichettati come cibo spazzatura erano positivamente associati alla malattia infiammatoria intestinale, abbiamo trovato che i modelli alimentari delle persone con e senza questa malattia erano molto simili”, spiega Moon Han prima autrice dello studio completato quando lavorava presso il laboratorio di Didier Merlin dell’Institute for Biomedical Sciences.”Tuttavia, non è chiaro se i risultati del sondaggio riflettano un potenziale cambiamento nell’assunzione di cibo delle persone con malattia infiammatoria intestinale molto prima che il sondaggio fosse condotto.”
Nello studio, inoltre, non sono stati analizzati alcuni fattori importanti come quelli ambientali, il livello di trasformazione degli alimenti ed eventuali componenti bioattivi contenuti degli alimenti.

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